Nonostante ancora non si conoscano tutti i dettagli del piano di risparmi sotto i riflettori di una riunione fiume del Consiglio dei ministri, il mondo politico inizia ad alzare le barricare chiedendo al premier Mario Monti di tenere fuori dalla spending review settori specifici: Pier Luigi Bersani, ad esempio, mette in chiaro che la scuola non venga toccata ‘dalla sforbiciata’ a cui lavora l’esecutivo, mentre dal Pdl la richiesta e’ che non sia toccato il comparto della sicurezza. In piu’, ad aumentare la tensione, e’ la decisione del capo del governo di nominare Enrico Bondi commissario straordinario con il ruolo specifico di rendere operativa la spending review.
I veti incrociati posti dai partiti ancor prima che i dettagli siano resi noti sicuramente non vanno nella direzione chiesta dal Professore che non avrebbe fatto mistero di essere ‘stanco’ dalla continua polemica politica che sembra non finire mai. Non usa toni ultimativi Pier Luigi Bersani che pero’ sui tagli alla spesa pubblica ha le idee chiare e lo dimostra piantando i propri paletti mentre il Cdm era ancora in corso: ”Non credo che ci siano margini per toccare la scuola nell’ambito della spending review”, sottolinea il leader democratico che aggiunge: ”Forse si puo’ parlare di riorganizzazione ma non di tagli, altrimenti ci diamo altre mazzate e pregiudichiamo la crescita”. Bersani punta il dito sul centrodestra colpevole della ”spesa sbarellata degli ultimi 15 anni”. Sul fronte opposto il Popolo della Liberta’ chiede al capo del governo di evitare tagli alla sicurezza: ”E’ chiaro che bisogna usare il bisturi e non l’accetta”, precisa Fabrizio Cicchitto, capogruppo dei pidiellini alla Camera che prova a fornire dei ‘suggerimenti’: ”Possono essere ridimensionate le spese inerenti il personale amministrativo. E’ necessario prestare molta attenzione a non tagliare le spese per quanto riguarda la sicurezza in quanto tale: quello che sta avvenendo in questi giorni, infatti, sta dimostrando che c’e’ una emergenza sicurezza”. Una sonora bocciatura arriva invece dall’Italia dei Valori: ”Quella che sta facendo il governo e’ una spending review all’acqua di rose – attacca Massimo Donadi – giusto un ritocco di facciata, un buffetto sulle guance di qua e di la’ per non dare fastidio a nessuno. Non si fa quello che serve davvero, ovvero, agire sul cuore improduttivo e parassitario della spesa pubblica di questo Paese”. Un coro di critiche bipartisan arriva invece sulla decisione del premier di nominare un commissario esterno. Il vice capogruppo pidiellino Osvaldo Napoli chiama in causa Pietro Giarda, ministro per i Rapporti con il Parlamento ed autore della relazione sulla spending review: ”Ne va della sua dignita’ istituzionale – dice a proposito dell’arrivo di un tecnico esterno al governo – ma soprattutto impoverisce ancora di piu’ le gia’ flebili basi della sua legittimita’ costituzionale e democratica”. Critico anche Felice Belisario: ”I vari ministri, i direttori generali e tutte le strutture tecniche che ci stanno a fare? – domanda il capogruppo Idv – Hanno forse bisogno di un badante?”.