Luigi Lusi, il tesoriere capace di distrarre 13 milioni dalle casse del partito senza che nessuno se ne accorgesse, resuscita la Margherita, un partito ormai “in freezer”, politicamente sciolto nel Pd ma giuridicamente in vita. E non nel migliore dei modi in tempi di antipolitica e a vent’anni da Tangentopoli.
Ora, dopo l’inchiesta della magistratura, c’é chi, come Arturo Parisi e Pierluigi Castagnetti, ammette che c’erano “voci opache” nel bilancio ma i più si dicono stupiti. E se l’ex leader Dl Francesco Rutelli si affretta a scaricare il suo tesoriere, i contraccolpi investono il Pd, in imbarazzo e ora pronto a sospendere il senatore. Nonostante dal 2007 avesse chiuso i battenti, dopo la nascita del Pd, era intenso il via vai di soldi dentro la Margherita, il cui ‘tesoretto’ era gestito dall’attuale senatore Pd, Luigi Lusi che, come chiarisce oggi una nota del partito, “aveva interamente nelle sue mani il potere amministrativo”. Nell’ultima assemblea di giugno il bilancio di rendiconto si chiuse con un attivo di oltre 20 milioni. Motivo che forse oscurò le voci in uscita. Ma non del tutto visto che, ricorda Castagnetti, “io e altri facemmo presenti che le voci del bilancio erano troppo riassuntive, chiedemmo spiegazioni e, dopo una discussione, il bilancio preventivo 2011 non fu votato e il chiarimento rinviato a un organismo ad hoc”. Comitato, composto dai vari capi bastone ex Dl, che però, denuncia Arturo Parisi, “non si è mai riunito”. Lusi, che si è dimesso dalla carica di tesoriere il 25 gennaio, non parla dopo aver ammesso con i magistrati di aver preso 13 milioni dal partito e ora promesso di restituire all’ex partito una parte importante delle somme. E in pochi lo difendono, pur riconoscendogli, come fa Giuseppe Fioroni, un’esperienza nel ramo di amministratore pubblico al punto che era considerato un esperto anche per altri tesorieri di partito. “Siamo incazzati e addolorati”, sbotta in Senato Rutelli, che dopo la Margherita e il Pd è ora capo dell’Api. L’ex leader Dl assicura che ora la società di revisione Kpmg verificherà i bilanci del defunto partito, che comunque “ha bilanci sani”. Castagnetti pretende la convocazione dell’assemblea e la ottiene entro febbraio dal presidente dell’assemblea Dl Enzo Bianco. Ma l’onda d’urto dell’inchiesta arriva anche sul Pd, preoccupato per gli effetti sull’opinione pubblica sempre più disaffezionata ai partiti. Il tesoriere Antonio Misiani costruisce una diga tra Dl e Pd, precisando che gli unici rapporti economici tra i due partiti riguardano i pagamenti che il Pd fa per il subaffitto della sede di via Sant’Andrea delle Fratte. “Non faremo sconti a nessuno, se emergeranno responsabilità individuali prenderemo provvedimenti”, annuncia Pier Luigi Bersani mentre la commissione dei garanti si prepara al più presto a sospendere, se non ad espellere, l’ex tesoriere Dl. E nel frattempo il capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro chiede le dimissioni a Lusi dal gruppo democratico al Senato.