“Dico no ai governissimi e vedo difficile che Grillo sostenga o faccia nascere un governo del Pd. E credo che sarebbe sbagliato blandire parlamentari o offrire presidenze, si dimostrerebbe di non aver capito la natura del Movimento”.
Così, in una intervista al Corriere della Sera l’ex segretario dei democratici Walter Veltroni, secondo il quale dopo l’esito delle urne “l’unica strada è un governo nato dall’iniziativa del presidente della Repubblica, che senza una maggioranza precostituita vada in Parlamento a cercare il consenso su un programma di riforme”, a partire da “legge elettorale e riduzione del peso della politica”. Per Veltroni “questo voto precipita l’Italia in una situazione che negli ultimi cinquant’anni c’é stata solo due volte”, con il rapimento di Aldo Moro del marzo ’78 e con la crisi valutaria del ’92, e, sottolinea, in questi due periodi “la recessione non c’era”. “Questo voto – aggiunge – è stata la tempesta perfetta. Ci consegna un Paese in cui non c’é maggioranza possibile e per chi ama la storia la crisi di Weimar nacque esattamente così “. E “se non si capisce che questo è il tempo più difficile della storia italiana non si mette a fuoco il problema”. Veltroni non vuole “gettare la croce” addosso a Bersani per l’insuccesso elettorale, e invita a non concentrarsi sui nomi di possibili nuove guide del partito. Il Pd, sottolinea, non deve “chiudersi” ora ma deve invece “ritrovare la sua vocazione originaria” perché “un partito democratico non è semplicemente progressista, è qualcosa di molto più aperto e radicale: è un partito che assume su di sé elementi di rottura con il passato, che si batte per una politica lieve”.