Egregio Commissario Matteo Mauri e cari sindaci casertani del Pd, assistiamo con estremo imbarazzo ad una situazione di confusione che trascende al limite del paradosso. È noto a tutti, ormai, che la normativa vigente prevede che lo strumento finanziario dell’Ente Provincia, e quindi anche quello della provincia di Caserta, sia portato all’approvazione del Consiglio Provinciale, per poi essere sottoposto anche al vaglio e all’approvazione dell’adunanza dell’assemblea dei Sindaci di 104 comuni Casertani. Il Bilancio, oltre che un atto tecnico-finanziario, è soprattutto uno strumento di altissimi contenuti dal valore squisitamente politico. In esso, infatti, vengono palesate le priorità che un’Amministrazione intende perseguire, stanziando una specifica quantità di fondi in un senso piuttosto che nell’altro. Noi consiglieri provinciali, proprio per queste ragioni, fin dallo scorso anno, abbiamo chiesto al Presidente della Provincia di Caserta l’istituzione di apposite commissioni consiliari, all’interno delle quali si sarebbe potuto contribuire a formare una volontà politica maggiormente aperta e partecipata, in modo da presentarsi più rappresentativa. Commissioni che, però, sono tardate ad arrivare, dopo più di un anno, con la conseguenza che ben due strumenti finanziari sono stati approvati con la sola volontà e il parere della maggioranza consiliare, tenendo esclusi dalla discussione noi consiglieri del Partito Democratico che, di conseguenza, siamo stati costretti a votare contro ai consuntivi e ad astenerci dal votare il bilancio nello scorso anno e, quest’anno, siamo stati costretti addirittura a dare un voto contrario. Il paradosso a cui si accennava all’inizio è sorto, poi, quando l’adunanza dei Sindaci ha deciso di approvare il bilancio, con il voto favorevole di alcuni sindaci che afferiscono al PD. Non si comprende come sia possibile il verificarsi di una discrasia così profonda e come sia altresì possibile che dei sindaci eletti nelle fila del Partito Democratico decidano di aderire ad un indirizzo politico frutto di un ragionamento che nasce e cresce all’interno di un’area politica che si pone in posizione diametralmente opposta rispetto a quella del Partito Democratico. Noi Consiglieri Provinciali saremmo ben lieti di riuscire a dare il nostro parere favorevole ad un bilancio, perché non siamo mai stati, e mai lo saremo, sulla posizione del NO a prescindere, ma siamo fermamente consapevoli del fatto che la nostra dignità ideologica, oltre che l’amor proprio, ci impongono prima di tutto l’essere partecipi alla discussione politica, circostanza quest’ultima che non si è mai verificata nell’attuale gestione Magliocca. Egregio Commissario Matteo Mauri e cari sindaci dem auspichiamo quindi che nella prossima assemblea dei sindaci che si terrà il 16 Gennaio venga fatta la massima chiarezza sulla linea politica che si intende seguire, al fine di evitare il verificarsi di situazioni altamente imbarazzanti che farebbero apparire i Consiglieri Provinciali come degli inutili contestatori e alcuni Sindaci del PD come degli “Yes man”. Onde scongiurare il rischio che, andando avanti di questo passo, il Partito Democratico finisca per perdere di credibilità nei confronti dell’elettorato che rappresenta. Rischio da evitare a tutti i costi.
I consiglieri provinciali del Pd Ciro Marcigliano, Salvatore Lettera, Stefano Antonio Cioffi
Balza agli occhi che gli altri due consiglieri provinciali dem Enzo Guida e Alessandro Landolfi non hanno sottoscritto il documento. Se Landolfi è giustificato dal fatto che dopo il congresso Pd aderirà ad Articolo Uno, quindi per correttezza personale e politica non ha firmato l’appello, la posizione di Guida è come sempre ambigua. Non si è ancora capito se il sindaco di Cesa sta con il gruppo dem per davvero o è solo una parvenza per poi dialogare sotto banco con il presidente Giorgio Magliocca.