Se il presidente del Consiglio Matteo Renzi “auspica di far emergere un’altra Europa”, il presidente della Repubblica francese Francois Hollande “lavora da due anni al suo riorientamento, impegno che ha gia’ permesso di stabilizzare l’eurozona, di stabilire dei meccanismi permanenti di solidarieta’ per far fronte alle crisi, di controllare le banche attraverso l’Unione bancaria e di creare le condizioni della crescita”.

E’ quanto si legge in un opuscolo distribuito all’Eliseo mentre e’ in corso l’incontro bilaterale fra i due leader. In occasioni analoghe (con i premier Monti e Letta, che si sono succeduti a Palazzo Chigi da quando Hollande e’ all’Eliseo) il servizio stampa del presidente francese non aveva mai elaborato nessuna nota scritta, mentre quello di oggi e’ un libretto di 12 pagine in cui si illustrano le caratteristiche delle relazioni bilaterali fra i due Paesi nei vari settori, si sottolinea la “totale convergenza di vedute” emersa riguardo alla situazione in Ucraina e si dedica una pagina al curriculum del nuovo premier italiano e un’altra all’elenco dei ministri del suo governo. A Parigi Matteo Renzi ha inaugurato il suo tour europeo per illustrare alle cancellerie le misure economiche del suo governo. Al termine del bilaterale e della colazione di lavoro, Renzi e Hollande terranno una conferenza stampa congiunta. Lunedi’ il premier andra’ anche a Berlino per un incontro con la Cancelliera, Angela Merkel, prima che la sua settimana europea si concluda con il vertice dei Capi di Stato e di governo Ue di giovedi’ e venerdi’ a Bruxelles. “Le mie riforme sono serie, non sono proposte da campagna elettorale”. Renzi si presenta in europa con questo ‘biglietto’ da visita, un pacchetto di provvedimenti “che non sono mai stati portati avanti nel nostro Paese”, con la convinzione di avere tutte le carte in regola per farsi ‘aprire’ le porte dall’Europa. Il premier ribadira’ ancora una volta che l’Europa deve cambiare e che l’Italia non e’ sotto osservazione perche’ rispettera’ gli impegni presi con Bruxelles. Del resto il primo commento che arriva dalla Cancelleria tedesca, quella sottolineatura sul “programma ambizioso” illustrato dal premier italiano, viene considerato a palazzo Chigi come un ottimo viatico, a Parigi e a Berlino – questa la convinzione – c’e’ grande interesse per le riforme annunciate dal presidente del Consiglio. Il premier poi e’ intenzionato a fugare ogni dubbio dentro e fuori dai confini, anche di chi riporta ancora perplessita’ da parte del Colle sui ‘numeri’ e sulla copertura delle misure. Ieri Renzi e’ stato a pranzo da Giorgio Napolitano proprio per preparare il Consiglio europeo della prossima settimana che pero’ potrebbe alla fine discutere soprattutto sul ‘caso Ucraina’. Per finanziare il taglio dell’Irpef il governo puntera’ tutto sulla spending review. In mattinata c’era stata una prima riunione alla quale hanno partecipato il sottosegretario Delrio e i ministri Boschi e Madia, ma l’invito del Capo dell’esecutivo e’ quello di accelerare, di arrivare tra maggio e dicembre a 5 miliardi di tagli su 7 di base annua. Il presidente del Consiglio e’ intenzionato a fugare anche i dubbi dei tecnici che, sottolinea piu’ di un renziano, dietro le quinte paventano il rischio che i conti siano un po’ diversi, che ci siano pochi margini per il taglio del cuneo fiscale, che il 2,6% del rapporto deficit-pil dell’Italia sia una stima troppo ottimistica. “Le coperture ci sono”, ha spiegato del resto il premier anche a ‘Porta a porta’. Al di la’ delle indiscrezioni riportate dai giornali secondo cui Padoan starebbe negoziando con Bruxelles su margini di uno 0,2 in piu’ rispetto alla cifra del 2,6%, Renzi, pur impegnandosi sulla necessita’ di non sforare il 3%, e’ convinto che occorrera’ portare avanti la tesi di un’Europa che si deve ‘aprire’ alla crescita se non vuole il diffondersi di sentimenti anti-europei nei Paesi dell’Unione. Renzi sa di poter contare anche su due punti a suo favore: da un lato il timore delle grandi famiglie europee che gli antieuro alle elezioni di maggio possano insidiare il loro primato e per questo ogni allarme sulla tenuta dei conti potrebbe essere considerato con un’ottica diversa. Inoltre Bruxelles ha sempre avuto un occhio di riguardo per quei paesi non troppo virtuosi che hanno pero’ messo in cantiere riforme strutturali come quelle annunciate mercoledi’. Non ci sara’ alcuna procedura di infrazione da parte di Bruxelles, ribadiscono percio’ i renziani, perche’ queste “sono riforme vere e non elettoralistiche.

 

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