NAPOLI – E’ stato emanato, in prosecuzione dell’attuazione del Piano per la governance dei servizi alla persona, programma operativo ideato dall’assessore regionale all’Assistenza sociale Ermanno Russo e finalizzato a rilanciare interventi innovativi in favore di categorie in difficoltà e fasce deboli, un avviso pubblico teso a promuovere accordi territoriali di genere.

Sulla home page del sito istituzionale della Regione (www.regione.campania.it) c’è il decreto con l’avviso che prevede la sperimentazione di reti territoriali miranti alla realizzazione di azioni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Tali reti potranno nascere su base locale dall’associazione di Enti locali, organizzazioni datoriali e sindacali, aziende sanitarie, terzo settore, consorzi delle Aree di Sviluppo Industriale, servizi pubblici territoriali ed altri soggetti pubblici o privati interessati.

L’istanza di partecipazione dovrà essere presentata da uno dei suddetti soggetti componenti la partnership, individuato quale capofila. Nelle reti territoriali devono essere rappresentati almeno cinque soggetti tra le diverse tipologie sopra descritte.

Nella selezione delle istanze, è data prevalenza alle reti  che includono al loro interno almeno un Ambito Territoriale. In tal caso, infatti, si riserva complessivamente alla partnership il 40% delle risorse poste alla base dell’avviso.

L’ammontare dello stanziamento, a valere per intero sul Fondo Sociale Europeo, è di 7 milioni di euro. Per ciascun progetto presentato il finanziamento a sostegno delle attività è pari a un massimo di 200mila euro.

“E’ la prima volta che la Regione spinge i territori a fare rete e stringere in Campania accordi territoriali di genere per favorire la conciliazione di tempi di vita e di lavoro“, spiega Ermanno Russo. “E’ questo un approccio totalmente nuovo – continua l’assessore – che la Giunta Caldoro ha deciso di mettere in campo per invertire una tendenza e promuovere un sistema territoriale integrato di interventi e misure che alleggeriscano i carichi familiari e diano priorità a soggetti svantaggiati con particolari esigenze di conciliazione, come disabili, madri nubili, donne in difficoltà.

“Il fatto, ad esempio, che con questo avviso si incentivi la sostituzione della lavoratrice che va in maternità, assicurando all’azienda il pagamento degli oneri riflessi, e si agevoli dopo il congedo il reinserimento in ufficio attraverso un percorso di aggiornamento è una testimonianza eloquente di come si possano attuare anche in Campania politiche concrete di family friendly”, conclude Russo.

L’attivazione degli accordi territoriali di genere prevede due step. Nella prima fase si procede all’individuazione delle reti per la gestione degli accordi. E’ questo il momento in cui saranno selezionati i “Programmi di Intervento per l’Accordo Territoriale di Genere”, articolati in una pluralità di progetti o interventi sperimentali in materia di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

Nella seconda fase, invece, si passerà alla formalizzazione degli accordi territoriali di genere, alla progettazione esecutiva ed alla realizzazione dei progetti previsti nei rispettivi programmi di intervento.

E’ da questo momento in poi che le partnership selezionate saranno accompagnate dalle strutture regionali competenti nella realizzazione degli interventi e nella gestione delle relative procedure.

I progetti sperimentali finanziabili all’interno degli accordi dovranno riguardare la promozione e la realizzazione di azioni di conciliazione e saranno scelti tra:

 

  1. attività di sostegno all’introduzione all’interno delle imprese pubbliche e private coinvolte nell’Accordo Territoriale di Genere, di modalità di lavoro e tipologie contrattuali facilitanti (o family friendly) o all’introduzione di forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro (anche telelavoro);
  1. interventi e azioni volte a migliorare e rendere più efficaci, all’interno delle imprese pubbliche e private coinvolte nell’Accordo Territoriale di Genere, le forme di conciliazione già applicate;
  1. attività di supporto alla realizzazione di interventi di sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo (per astensione obbligatoria o dei congedi parentali, con altro imprenditore o lavoratore autonomo);
  1. azioni per la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia (banca delle ore; part-time; job-sharing; servizi alle famiglie all’interno dell’azienda, quali ludoteche, ufficio genitore bambino, baby trasporto sociale, ecc);
  1. aggiornamento del personale per il reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di congedo (di maternità, paternità o parentale);
  1. conciliazione dei tempi (progetti finalizzati all’armonizzazione degli orari dei servizi pubblici e privati con le esigenze lavorative della popolazione del territorio di riferimento, anche in attuazione dell’art. 9 della Legge 53/2000 e successivi provvedimenti attuativi);
  1. attivazione di servizi di conciliazione rivolti a lavoratrici e lavoratori con figli 0-36 mesi o con carichi familiari di cura.

La proposta di programma dovrà essere inviata, pena l’esclusione, entro e non oltre le ore 16.00 del 45° giorno a decorrere dal giorno successivo dalla data di pubblicazione dell’avviso sul BURC della Regione Campania.

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