“La metà dei comuni campani non riconosce l’Ente idrico Campano (Eic) come ente di governo dell’ambito del servizio idrico integrato istituito con la contestata legge n. 15 del 2 dicembre 2015. Ben 228 comuni, infatti, su di un totale di 549 ha ritenuto giusto di non aderire all’Ente deliberando la non presa d’atto e quindi rmettendo in conto un commissariamento con l’esercizio di poteri sostitutivi”. Lo dice la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà che aggiunge: “Non mi sorprende che la metà dei consigli comunali non riconosce l’Ente ovvero l’Eic – spiega – come ente di governo dell’ambito del servizio idrico integrato”. “Nel corso dei lavori e dell’approvazione di quella legge scandalo in Consiglio regionale – prosegue – il gruppo dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle con un gesto clamoroso occupò l’aula perchè ritenevamo e riteniamo quella legge sbagliata”. “Un gesto forte, un’azione simbolica per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica – continua – per denunciare una legge che così scritta va contro la volontà referendaria dell’acqua pubblica”. “C’è un dato significativo – evidenzia Muscarà – 228 comuni non riconoscono la legittimità dell’Eic, un ente che è nei fatti una scatola vuota e che non decide un bel niente.” “Con il senno di poi molti ora hanno compreso la battaglia del Movimento 5 Stelle – conclude Muscarà- la legge De Luca-Bonavitacola di riordino del servizio idrico integrato nasconde la centralizzazione delle decisione e apre alla gestione privata dell’acqua altro che pubblico. Una legge che è solo una carta d’identità senza foto”.