“Adesso comprendiamo lo scenario entro il quale in Campania la legge di riordino del servizio idrico regionale doveva essere approvata di fretta e furia a pochi mesi dall’insediamento di De Luca. Si punta alla nascita di un Ambito dell’Appenino meridionale che comprende altre regioni con la regia di Palazzo Chigi. Si vuole creare un mostro unico che gestisca privatisticamente le fonti d’acqua di tutto il Mezzogiorno e che è contrario al risultato del referendum che ha sancito l’acqua pubblica. In questo progetto la Regione Campania di De Luca sarà capofila”. Lo dice la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà in riferimento al seminario che si è svolto a Napoli su ‘Sfide e Prospettive dello sviluppo del Servizio Idrico Integrato nel Mezzogiorno’. “All’incontro organizzato dalla Gori e da Utilitalia – sottolinea – una Spa carrozzone che macina debiti su debiti che superano i 400 milioni di euro e nonostante, su iniziativa del M5S siano state votate in Commissione Trasparenza e in Consiglio regionale, risoluzioni e atti ufficiali non li ha ancora saldati”. “Bonavitacola, il papà della legge del riordino idrico (fotocopia della legge Caldoro) che il M5S ha contrastato addirittura occupando il Consiglio regionale della Campania – attacca Muscarà – porta in dote al progetto la propria esperienza”. “Con la nascita dell’Ambito unico regionale tutte le decisioni sono in capo al direttore dell’assemblea dei sindaci alla quale ci risultano pochi primi cittadini hanno aderito quindi a rischio commissariamento – fa notare la consigliera – in prospettiva allo stesso modo si vuole creare un Ambito dell’Appenino meridionale anche in questo caso le decisioni saranno sempre più ristrette e legate ai vertici”. “Ed in questo contesto che si parla della creazione di un ente idrico macro – evidenzia – a questo punto ci chiediamo come funzioneranno le tariffazioni? All’orizzonte ci sarà forse la nascita di una mega Gori? ”. “Il Movimento 5 Stelle non abbassa la guardia – conclude Muscarà – l’acqua è pubblica, la volontà degli italiani è chiara ed espressa in un referendum”.
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