Amministrative, De Mita: Udc quarta forza politica in Campania

«Pur riconoscendo che questo passaggio elettorale amministrativo vada inteso come tale e che difficilmente si inscrive in logiche più generali, si può comunque reputare un termometro che ci fornisce una interessante linea di tendenza. Possiamo, perciò, dire che l’Udc campana, che rappresenta il movimento dei popolari della Campania, è riuscita a recuperare un protagonismo politico che si fa segnalare sia in termini quantitativi che sul piano della qualità della proposta politica espressa. Basta considerare che, nei 18 Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, siamo stati presenti con 14 liste di partito, riportando quasi 11mila voti che ci collocano quale quarta forza politica presente sulla scena campana. E’ un risultato lusinghiero, che fotografa lo stato di salute del partito che, dopo il passaggio congressuale di novembre, ha provato, spesso riuscendoci, ad allargare il proprio perimetro, grazie all’impegno di un gruppo dirigente rinnovato e motivato». E’ l’analisi di Giuseppe De Mita, segretario regionale dell’Udc della Campania in riferimento all’esito elettorale della tornata che si è appena celebrata. «Il risultato raggiunto – spiega De Mita – è la trasposizione di una posizione politica che ha saputo trovare un raccordo con le comunità locali chiamate al voto. Il risultato, perciò, non deve essere letto come un fatto episodico, ma come la proiezione di un lavoro portato avanti sul territorio in maniera costante. Se da un lato De Magistris si conferma perciò fenomeno napoletano, che si nutre di un’attitudine anarchica tutta partenopea, perciò non esportabile, dall’altro lato il nostro movimento vuole rappresentare il partito della comunità e non dei campanili, il partito che organizza la comunità su di un ordine e non sull’anarchia». «In questo passaggio amministrativo – così conclude il deputato – in cui il civismo la fa da padrone, la nostra esperienza è perciò in controtendenza: in Campania riusciamo ad essere un partito di territorio, ma non un partito localistico, fatto cioè di piccoli interessi, un partito che prova a collocare il territorio dentro un contesto più generale».