Questa mattina la III Commissione speciale ‘Terra dei Fuochi, bonifiche ed ecomafie’ del Consiglio regionale della Campania si è riunita per discutere dello “Stato di attuazione del Piano Regionale delle Bonifiche della Regione Campania con riferimento all’Area Vasta ‘Masseria del Pozzo – Schiavi’, nel Comune di Giugliano in Campania”. All’audizione, presieduta dal consigliere regionale Gianpiero Zinzi, hanno partecipato la segretaria Maria Muscarà ed i consiglieri regionali Francesco Emilio Borrelli, Michele Cammarano ed Armando Cesaro; il commissario di Governo delegato ex OCDPC 425/2016, Mario Pasquale De Biase; il direttore Bonifiche, il responsabile del procedimento e il geologo della Sogesid, rispettivamente Carlo Messina, Giuseppe Alfano e Paolo Martines; la dirigente Arpac Fabrizia Giovinazzi; il funzionario Uod Bonifiche della Giunta regionale della Campania, Mariarita Omaggio; il funzionario Dg Ambiente della Regione Campania, Vittorio Picariello. “La problematica ambientale in questa area di oltre 200 ettari nel Comune di Giugliano in Campania – ha dichiarato il consigliere regionale Gianpiero Zinzi – va affrontata sotto diversi aspetti. Nel corso di questa audizione abbiamo preso atto con soddisfazione del fatto che le discariche ex Resit e Novamont sono, o saranno presto, oggetto di attività di messa in sicurezza, così come del prosieguo degli interventi all’avanguardia di bioremediation, ma non è tutto oro quello che luccica: mancano almeno 6 milioni di euro che la Giunta De Luca deve in qualche modo assicurare per la messa in sicurezza della discarica denominata <> e serve che il Comune – oggi assente – modifichi le destinazioni d’uso di quelle aree, che sono ancora classificate come agricole, sebbene non ci sia più neanche un grammo di terreno vegetale. A questo si aggiunge, inoltre, la necessità di tutelare l’agricoltura che ha subìto, nel corso degli anni, le conseguenze negative della cd. Terra dei Fuochi. A Giugliano, come in altri comuni della Campania, ad oggi non è stata dimostrata alcuna contaminazione nei prodotti agricoli, ma solo a costo di enormi sforzi da parte dell’Istituto Superiore della Sanità e del Commissariato di Governo e ciò perché manca una normativa nazionale che definisca la qualità dei suoli ad uso agricolo. Diventa allora prioritario stabilire con precisione i livelli di contaminazione dei terreni. A riguardo, la mia proposta di legge presentata il 27 maggio del 2016 proprio per superare questo vuoto normativo, aspetta ancora di essere discussa. L’intero comparto agro alimentare campano, sottoposto da anni ad una diffamazione mediatica, non può certamente aspettare i lunghi tempi per la calendarizzazione delle leggi ai quali questo centrosinistra ci ha abituati”. Presto la Commissione andrà a verificare che i lavori di messa in sicurezza stiano procedendo nell’esatto modo in cui ci è stato raccontato, sperando di non dover constatare gli stessi ritardi che stanno caratterizzando la rimozione delle ecoballe, ferma allo 0,0068% del totale