NAPOLI – “Sicuramente sono necessari gli ulteriori finanziamenti richiesti dal ministro Clini per le bonifiche, ma accanto alle questioni meramente finanziarie persistono ancora assurdi intoppi di carattere procedurale che bloccano la bonifica di troppi siti sui quali pure si potrebbe già procedere. La vicenda Agrimonda da questo punto di vista è esemplare”: così il presidente della Commissione bonifiche e ecomafie della Campania Antonio Amato.

“Nel sito Mariglianella siamo ancora in attesa del definitivo via libera del ministero per procedere al superamento di uno sconcio ambientale che, dopo essere stato individuato come SIN, e forse proprio per questo, non si riesce a rimuovere. Eppure la commissione che presiedo in accordo con l’assessorato all’ambiente regionale ha individuato la procedura per procedere alla rimozione dei rifiuti e alla messa in sicurezza del sito. Ma si è ancora in attesa di un via libera definitivo da Roma. E questo è solo un esempio eclatante di tanti altri casi sui quali più che dalla mancanza di fondi si viene bloccati da difficoltà burocratiche e procedurali. Così come – prosegue Amato – si dovrebbe introdurre una specifica previsione normativa per quei siti inquinati, come il Cantariello, che nascono temporanei dalle decisioni dei vari commissariati per l’emergenza rifiuti e poi vengono definitivamente abbandonati con un peso che viene scaricato interamente sulle amministrazioni locali. E ancora attendiamo da parte del Ministro Clini un intervento forte sulla questione dei roghi tossici e quindi sul monitoraggio satellitare dei rifiuti speciali, senza il quale il tema delle bonifiche si perpetuerà in eterno”. “Infine – conclude Amato – restano ancora tutti da affrontare in termini progettuali i temi delle bonifiche di siti come la ex DIFRABI di Pianura o la Cava Sari. Insomma, non è solo questione di fondi, pur imprescindibili, ma, come pure ha chiarito la stessa Comissione Europea, anche di semplificazione burocratica e procedurale, di progettualità serie, trasparenti e con tempistiche certe”.

 

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