“Con l’approvazione della disciplina tecnica regionale per l’utilizzazione agronomica dei fanghi di depurazione creiamo una concreta opportunità per l’agricoltura regionale per la riduzione del riutilizzo di composti sintetici”. Così Daniela Nugnes, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, commenta la deliberazione approvata dalla Giunta. “L’utilizzazione, nel pieno rispetto delle norme tecniche, sia dei fanghi di depurazione delle acque che dei fanghi derivanti dalle acque di lavaggio dei prodotti vegetali nell’ambito dei processi produttivi dell’industria agro-alimentare – prosegue – rappresenta una risposta attesa per una regione come la Campania con la più alta concentrazione di industrie conserviere che, nel proprio ciclo produttivo, producono fanghi derivanti dal lavaggio della materia prima vegetale, che è in grado di svolgere un’azione ‘ammendante’ per i terreni agricoli”. “Occorre sottolineare – aggiunge la Nugnes – che, rispetto alle altre discipline regionali, che discendono dal Testo unico ambientale, la Regione Campania si è impegnata a redigere un disciplinare che eserciti un forte controllo dei possibili carichi di inquinanti sui suoli agricoli che ricevono questo tipo di spandimento attraverso un costante monitoraggio sia sui suoli che sui fanghi stessi e che punti a far emergere eventuali spandimenti non autorizzati causati proprio da un vuoto regolamentare ormai decennale”. “La deliberazione approvata oggi dalla giunta – afferma dal canto suo l’assessore alla Tutela dell’Ambiente Giovanni Romano – fissa i criteri e le norme tecniche per l’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura ed è finalizzato alla prevenzione di fenomeni di contaminazione del suolo e l’inquinamento delle acque al fine di evitare effetti dannosi sull’uomo, sugli animali e sulla vegetazione”. “Il provvedimento – continua Romano – va inoltre incontro alle legittime esigenze del comparto produttivo conserviero, di grande rilievo per la nostra Regione. Infatti, queste aziende, durante il ciclo di lavorazione, producono terreno e fanghi derivanti dal lavaggio della materia prima vegetale che oggi vengono smaltiti come rifiuti, con aggravio di costi per le imprese e con un consistente aumento di rifiuti nelle discariche. Tali fanghi, invece, nel pieno rispetto delle norme tecniche approvate, possono essere utilizzati come una concreta opportunità per l’agricoltura campana in termini di riduzione dell’utilizzo di composti sintetici perché si configurano come una “materia prima seconda” proveniente dal semplice lavaggio dei prodotti agricoli e, come tali, sono esenti da elementi contaminanti”.


 

 

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