E’ scontro tra il Movimento 5 Stelle e il Pd sul caso Graziano. Dopo l’intervento in aula di Mario Casillo il capogruppo Tommaso Malerba ha diramato una nota stampa in cui attacca il capogruppo Pd. “La Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha stabilito che gli accordi elettorali – perché di accordi si tratta – presi dal consigliere Graziano con l’imprenditore vicino ai Casalesi non configurano un’ipotesi di concorso esterno in associazione camorrista, ma ‘solo’ di voto di scambio. Il Movimento 5 Stelle non sventola il sospetto come anticamera della verità o non esercita una sorta di potere giudiziario per delega. Come forza politica che rappresenta mezzo milione di voti di cittadini campani, esercitiamo una critica politica, evidenziamo un problema, segnaliamo un disagio e decidiamo, se è il caso, in segno di protesta di abbandonare legittimamente e temporaneamente anche l’aula”. “Troviamo paradossale che la stessa foga bipartisan che si usa oggi nell’invocare le scuse da parte del M5S non la si usi per denunciare il rischio di degrado delle istituzioni – afferma Malerba – Noi ribadiamo il valore morale della nostra protesta e informiamo le altre forze politiche che questa tensione morale ci accompagnerà fino all’ultimo giorno”. “Assistiamo in queste ore, solo adesso e non prima – prosegue – al festival dell’ipocrisia con dichiarazioni generose degli stessi esponenti del Pd come il capogruppo Mario Casillo che invita Graziano a rientrare nel Pd nonostante le indagini in corso e ci informa che il suo partito è impegnato in grandi battaglie per la legalità e contro la camorra. Ne prendiamo atto con sorpresa, non ce ne eravamo accorti”. “Sul caso Graziano, come su quello della consigliera Paolino, continuiamo a denunciare un certo disagio. Non ci basta derubricare un reato oppure incassare un’assoluzione – conclude Malerba – In queste vicende emergono vicinanze, frequentazioni, amicizie, rapporti obliqui, modalità disinvolte di fare politica ovvero borderline che a noi non piacciono e che non ci stancheremo di condannare e denunciare indipendentemente se saranno materia investigativa o faccende giudiziarie”. Dura la replica dell’esponente dem: “Credo che sia arrivato il momento, a nome del gruppo del Pd, di fare chiarezza sulla vicenda di Stefano Graziano anche a beneficio dei colleghi del Movimento 5 Stelle, sempre più pervasi da suggestioni giustizialiste. E’ bene ribadire, sulla base dei principi cardine del nostro ordinamento penale – aggiunge Casillo – che l’avviso di garanzia è uno strumento a tutela di una persona indagata e non una sentenza di condanna. Su Stefano Graziano i pubblici ministeri hanno ipotizzato un reato e dopo aver indagato hanno appurato che per lui non sussistevano gli estremi di collusione con la camorra. Tuttavia, qualcuno persevera nel sentimento giustizialista. E’ proprio il caso di dire che se errare è umano, perversare è tipicamente? grillino”.