NAPOLI – “La città metropolitana non può soffrire di centralismo ancor prima di essere istituita. Il rischio più grande è quello di trasformare la Provincia in un’area disomogenea divisa tra il centro, la periferia e le periferie della periferia. Spero proprio che la voglia di fare presto e di evitare le forche caudine delle leggi costituzionali non porti ad un vero e proprio pastrocchio”. E’ quanto sottolinea il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, che, in una nota, pone una riflessione sulla trasformazione che può avere l’ente provinciale in vista del passaggio alla Città metropolitana.
“La modernità e l’efficienza della trasformazione – ha continuato Cesaro – risiede nell’equilibrio e nella organicità che il territorio deve assumere. Urbanistica, trasporti, sviluppo economico: tutto deve essere valutato e tutto deve portare ad un passo avanti verso il rilancio. Se prendiamo ad esempio l’area metropolitana di Napoli, individuiamo un territorio congestionato e caratterizzato da una densità abitativa unica in Italia. Centri come Giugliano, Castellammare, Pozzuoli hanno identità fortissime e non possono ridursi a satelliti del pianeta Napoli. Anzi, da un punto di vista economico, credo che proprio la provincia sia in grado di fornire linfa primaria a tutto il sistema della Città metropolitana. Ciò che sento dire sui progetti imminenti del Governo, mi convince poco. Non credo sia opportuno passare da una fase cuscinetto in cui le città metropolitane vengano gestite dai sindaci delle città capoluogo, quasi a rimarcare una vera priorità territoriale”. “Non sprechiamo tutto con soluzioni raffazzonate, – dice ancora Cesaro – questa può essere una riforma efficacissima anche se giunge con decenni di ritardo”. “Una legge che deve trovare convergenze – ha concluso il presidente della Provincia di Napoli – e non divergenze anche a livello di contrasto tra enti locali”.