Ancora una volta la Regione Campania spicca per un triste primato: dopo sei anni il contratto di programma è un fallimento. La misura che avrebbe dovuto sostenere lo sviluppo industriale con i fondi comunitari, a causa delle lentezze burocratiche, rischia di uccidere le aziende beneficiarie. Erano 15 i Consorzi/Aziende dichiarati finanziabili nel 2008, ora ridotti a 13 per una revoca e una rinuncia. Senza alcuna ragione o giustificazione reale, la Direzione generale Sviluppo Economico e Attività produttive – Dipartimento Programmazione e Sviluppo Economico Regione Campania non riesce a dare risposte concrete. Ma c’è di peggio. Alla scadenza del 30 giugno 2014 la Regione non è stata in grado di produrre quanto necessario ad evitare di perdere rinvenienze per quasi 35 milioni di euro. Su questo nessuna risposta è arrivata alla specifica interrogazione del consigliere regionale Raffaele Topo. Sulla drammatica situazione di imprese che rischiano il collasso il consigliere Giulia Abbate – in qualità di presidente – ha convocato una specifica audizione in Commissione Trasparenza giovedì scorso. Anche qui il muro di gomma della Regione Campania ha rimandato indietro domande senza risposte. Ad aggiungere il danno alla beffa va ricordato che le aziende, con proprie risorse finanziarie, hanno già effettuato investimenti, in attesa che la Regione Campania definisse l’iter procedurale di concessione delle agevolazioni richieste. Hanno acquistato macchinari, inaugurato stabilimenti e incrementato la manodopera. Le lungaggini ingiustificate e ingiustificabili della Regione minacciano ora il momento più delicato della vita di queste imprese, in un momento di congiuntura economica ancora molto fragile. Pertanto, i consiglieri regionali Giulia Abbate e Raffaele Topo (PD) invocano l’intervento tempestivo del presidente Caldoro per riuscire a salvare il salvabile. Sono costretti, tuttavia, a denunciare il grave danno al sistema economico campano che questa Giunta ha prodotto finora, con conseguenze incalcolabili sullo sviluppo mancato e le opportunità perse. “Gli uffici regionali – dichiarano Abbate e Topo – al pari degli scolari furbi ed arruffoni che vorrebbero recuperare l’inerzia di un intero anno scolastico con un super impegno negli ultimi 15 giorni, sono arrivati alla deadline del 30 giugno 2014 impreparati e completamente inadeguati alla sfida. Fa rabbia constatare che le attese di sviluppo e crescita di imprenditori sani, che vivono le difficoltà legate ad una crisi che non vuole finire, siano così mal riposte”.