NAPOLI. “Siamo veramente al paradosso, Nicola Cosentino processato per aver ‘calunniato’ un noto camorrista, dichiarato tale da varie sentenze!!”. Lo scrive su Facebook, il senatore Vincenzo D’Anna del gruppo ALA (Alleanza Liberalpopolare-Autonomie). “Nel corso di una conferenza stampa – spiega D’Anna – Cosentino ebbe ad affermare che i camorristi gli facevano schifo, soprattutto quelli che, in cambio di consistenti benefici di legge (il sequestro del patrimoni) e degli sconti di pena sugli anni di carcere, si dispongono a recitare la parte dei pentiti accusando, per sentito dire e senza alcun riscontro concreto, personalità note della politica o di altri campi delle categorie sociali”. Cosentino, aggiunge il parlamentare sul social network “è ancora in carcere in quanto ritenuto socialmente pericoloso e tuttavia, dopo oltre 4 anni di processo, nessun riscontro probatorio ha sostenuto le accuse che gli vengono rivolte da pentiti di secondo ordine (tra i quali Michele Froncillo che lo ha querelato), nel mentre i pm si oppongono all’acquisizione delle testimonianze dei capoclan che nel frattempo sono stati catturati dalle forze dell’ordine. Non c’è che dire: Cosentino è un prigioniero per antonomasia. A processo ed in carcere quando lo accusano ed a processo quando egli, giustamente, definisce schifosi i camorristi”. “La Francia – conclude D’Anna – ebbe come capro espiatorio di una giustizia che non cercava la verità ma era intenta ad accreditare, come prova di colpevolezza il pregiudizio presso l’opinione pubblica, il capitano Alfred Dreyfus. L’ufficiale alsaziano trovò come strenuo difensore la penna di Emile Zola. Ebbene, Cosentino è il Dreyfus del Ventunesimo secolo e purtroppo per lui non esistono giornalisti della tempra del coraggio di Zola per difenderlo. Se ce n’è qualcuno in giro, batta un colpo”.