NAPOLI – “L’indagine della procura di Napoli e l’arresto che hanno colpito Massimo Ianniciello sono la conferma di quello che da mesi stiamo sostenendo: l’impossibilità di proseguire questa legislatura regionale”.


Lo sostiene Arturo Scotto, coordinatore regionale di Sel per il quale “non è una questione soltanto giudiziaria, ma è soprattutto una questione politica: il terrore diffuso nell’assemblea regionale da diversi mesi rispetto a questa indagine sta bloccando sistematicamente i provvedimenti più urgenti, a partire dal bilancio che non verrà approvato entro l’anno e che condurrà la regione Campania all’esercizio provvisorio e il dramma dei trasporti che sta mandando in tilt la vita di migliaia di cittadini”. “C’é bisogno di una svolta – conclude Scotto – grazie alla quale la buona politica e la moralità nella gestione della cosa pubblica tornino ad essere il fondamento principale di qualsiasi esperienza di governo. Per questo pensiamo che ci sia bisogno di un cambiamento radicale che cancelli definitivamente questa stagione politica popolata degli improvvisatori e dei truffatori”.Secca la replica di Domenico Palmieri: “Ma per il coordinatore regionale campano di Sinistra e Libertà, il suo leader, Niki Vendola, ha fatto bene o ha fatto male a non dimettersi? Me lo chiedo perché dal tenore delle sue dichiarazioni traspare un fumus giustizialista da scarsa onestà intellettuale e da memoria estremamente corta. Vorrei sbagliarmi ma a me non risulta infatti che Sinistra e Libertà abbia usato la stessa metrica allorché il suo leader-presidente di Regione è stato un anno sottoposto ad indagini per circa un anno. Non mi pare, cioé, che nessuno dalle sue fila abbia insomma chiesto o mai pensato alle dimissioni sue, della sua giunta e del consiglio”. “Personalmente, volendo rinviare esclusivamente ai principi costituzionali del garantismo e all’esito della vicenda giudiziaria, ritengo che Vendola abbia fatto bene a non dimettersi. Meglio però farebbe ora Scotto ad evitare la logica dei due pesi e due misure e a rispettare il lavoro della magistratura. Cosa che – conclude Palmieri – si fa evitando innanzitutto di strumentalizzare le inchieste”.(ANSA).

 

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