NAPOLI – Nei giorni scorsi ho provveduto a presentare al Presidente della Giunta Regionale Caldoro un interrogazione consiliare sulla crisi che ha colpito la produzione delle albicocche nella zona del vesuviano per conoscere quali iniziative si intendono adottare per far si che un prodotto come l’albicocca Vesuviana, fiore all’occhiello delle produzioni agroalimentari del Vesuviano, non scompaia con devastanti e negative ricadute economiche e sociali su tutto il comparto agricolo dell’intera regione e, altresì, quale impulso si intende dare per riavviare l’iter per l’ottenimento dell’Indicazione Geografica tipica. E’ quanto dichiara in una nota il Consigliere regionale e Segretario provinciale dell’Udc di Napoli Carmine Mocerino.
Con la denominazione di “Albicocca Vesuviana” si indicano una dozzina di antiche varietà la cui area di produzione coincide con il territorio di 18 Comuni della provincia di Napoli, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, ha evidenziato Mocerino, che quest’anno hanno subito un svendita nella commercializzazione a causa della graduale comparsa di una patologia che ha reso non vendibili per il fresco migliaia di quintali di albicocche vesuviane. I produttori, dichiara ancora Mocerino, sono stati costretti a svendere a pochi centesimi di euro i prodotti, determinando una riduzione di fatturato e mettendo a serio rischio l’occupazione di migliaia di addetti che tra posti fissi, stagionali ed indotto, determina economia non solo per il Vesuviano ma per l’intera Regione. La Campania, conclude Mocerino, in generale è la Regione più importante nella coltivazione di albicocche, con quasi 50.000 tonnellate di prodotto, la maggior parte destinata al consumo fresco proveniente per la maggior parte dal Parco nazionale del Vesuvio, che rappresenta circa l’80% della produzione regionale