NAPOLI – “Non è una lista dei sindaci, anche un bambino sa che i primi cittadini non si possono candidare”. Lo ha detto Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, in merito al movimento arancione con il quale pensare a liste in vista delle prossime elezioni politiche. “E’ escluso che i sindaci si vogliano dimettere perché proprio da sindaci vogliono aiutare il Paese a uscire dalla crisì. E’ impensabile che il movimento arancione sia dei sindaci – ha sottolineato -. Ogni sindaco ha la sua storia interessante, è una ‘rete dei sindaci’ e linguaggio è molto simile anche se proveniamo da tradizioni politiche diverse”.
“Io vedo una concentrazione di elite politiche ed economiche, in alcuni casi mediatiche, a queste metteremo contro un movimento di massa e di popolo – ha spiegato -. Uno spirito che mancava al Paese da un po’ di anni uno spirito d’altri tempi”. I sindaci, ha spiegato, saranno “protagonisti di questa stagione politica”. “Basta leggere le parole di Fassino, Doria, Zedda – ha aggiunto – Non possono essere spettatori perché altrimenti continuerà la politica dei tagli che ha caratterizzato l’attività parlamentare e di Governo degli ultimi mesi”. Il progetto del movimento è “dare voce a chi à rimasto ai margini della società: giovani, precari, disoccupati, persone che non hanno avuto politiche di sostegno in questi anni, la classe operaia”. E se di questo stesso movimento volessero far parte anche i primi cittadini, lo faranno, ha continuato de Magistris, “con la rete dei sindaci”. “Il mio riferimento partitico è l’Idv. Quella di Orlando, secondo cui il movimento arancione nasce in questo partito, è una frase infelice – ha proseguito – ma il movimento arancione é sicuramente qualcosa di più”. “Se qualcuno pensa di vincere le elezioni guardando solo ai partiti, ha sbagliato – ha concluso -. I cittadini oggi guardano oltre i partiti e come sono stufo io di ‘tarantelle’ che vedo ogni giorno tra segretari di partito, immagino anche gli italiani”.