A conclusione dell’inchiesta Acque Pulite sono stati sequestrati nell’alta Irpinia 16 impianti di depurazione per dati falsati mediante perizie e analisi chimiche. Tra gli indagati anche biologi complici della truffa.

“Già nel mese di settembre – spiega Francesco Barbato capogruppo Idv in commissione Finanze – avevo posto l’attenzione sullo stato dei depuratori in Campania presentando un’interrogazione al Ministro Clini dopo che l’Italia aveva ricevuto una condanna dell’Unione europea per violazione della normativa sulla depurazione delle acque”.

“I sospetti su un diffuso mal o inesistente funzionamento dei depuratori in Campania sono confermati dai risultati dell’inchiesta Acque pulite, per la quale a far scattare i controlli non sono stati gli occhi vigili dello Stato, ma il senso civico dei cittadini che avevano presentato denunce ai carabinieri locali per una moria dei pesci lungo il Fiume Calore. Mi congratulo con il Noe di Salerno e con i carabinieri delle compagnie di Ariano Irpino e Mirabella Eclano per l’operazione condotta.

“Nelle mie competenze di sindacato ispettivo – continua Barbato – ho chiesto al Ministro dell’ambiente di delineare un quadro esaustivo della situazione dei depuratori in Campania e di avviare un’ispezione completa per constatare il rispetto della normativa sulla depurazione delle acque con una particolare attenzione alle province di Napoli e Salerno dopo questi recenti e tristi fatti di cronaca se non altro perchè, leggo oggi on line, che, le due società incaricate di gestire gli impianti di depurazione in dieci comuni della provincia di Avellino, truccavano i dati sull’inquinamento delle acque benchè negli ultimi quattro anni avessero incassato una somma pari ad un milione di euro. Possibile – conclude Barbato – nessuno controlli come sono impiegati questi soldi? ”.

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