NAPOLI – “Guardiamo con grande rispetto e spirito costruttivo alla proposta di legge sul ciclo integrato delle acque avanzata dal Pd e riteniamo estremamente interessante il contributo del vicesegretario regionale del partito, Domenico Tuccillo”.
Così l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano che spiega: “stiamo operando d’intesa con le Autorità europee per evitare le sanzioni delle procedure di infrazione già attivate per le inadempienze degli scorsi anni e gli interventi programmati sono appunto finalizzati a questo. Non vi sono, allo stato, altre procedure previste oltre quelle già attive. Al Governo Monti – dice Romano – va anche il nostro ringraziamento per lo sblocco delle risorse CIPE, ma è opportuno evidenziare che ci siamo assunti la responsabilità delle scelte individuando gli interventi prioritari, evitando inefficaci frammentazioni come avvenuto in precedenza. A proposito della gestione del ciclo, è appena il caso di notare – ricorda Giovanni Romano – che in Regione Campania si attende dal 1994 (anno di entrata in vigore della legge Galli) passando per la Legge Regionale n.14 del 1997 e per il Codice dell’Ambiente del 2006, l’attuazione di quanto stabilito dalle normative: il ciclo integrato delle acque va gestito in modo unico o unitario negli Ambiti Territoriali Ottimali esistenti e i costi del ciclo, compresi gli investimenti stabiliti nei Piani di Ambito, vanno coperti con le bollette pagate dai cittadini. Da qui i gestori devono trarre le risorse per gestire e costruire impianti di depurazione e fognature. Ci risulta che le bollette vengano pagate, ma il costo di ben undici impianti di depurazione, compresi i collettori comprensoriali è – afferma Romano – sostenuto dalla Regione. Con grave pregiudizio per gli investimenti perchè le risorse finanziarie sono dirottate verso la gestione e non verso gli interventi strutturali. Questo è quello che abbiamo trovato ed è un fatto. Quanto poi alle Autorità d’Ambito, la legge le ha prorogate al 31 dicembre, ma la loro soppressione trasferisce solo le competenze alla Regione senza alterare il sistema delineato dal Codice dell’Ambiente e dalla Legge Regionale vigente”.