NAPOLI – “Caro Amendola, hai fallito su tutti i fronti e te ne devi andare”. E’ in estrema sintesi la richiesta formulata da Nicola Landolfi, segretario provinciale del Pd di Salerno, al leader campano dei Democratici, nel corso della direzione che si è tenuta stamane a Napoli all’Hotel Ambassador.

Che il giudizio sull’operato politico di Amendola non fosse positivo, dopo bruciante sconfitta elettorale, era nell’aria, ma forse non tutti si sarebbero aspettati una richiesta così netta da parte di una federazione politicamente “influente” come quella salernitana. Nel suo intervento, Landolfi non ha usato giri di parole: “La gestione del partito a livello regionale è stata fallimentare, a partire dalla mortificazione subita dai territori nella composizione delle liste delle Politiche, per finire con il pessimo risultato uscito dalle urne. Il segretario regionale ne deve trarre le conseguenze e rassegnare le dimissioni”. Più chiaro di così.

Del resto, Amendola non ne ha azzeccata una. Ha perso tutte le competizioni elettorali più importanti che si sono tenute durante la sua gestione: comunali a Napoli, Provinciali, Regionali, Politiche. E ha coronato il suo periodo di condottiero del Pd regionale con una disfatta: la Campania è stata la Regione più penalizzata d’Italia nella stesura delle liste per le Politiche, con la presenza di un esercito di candidati blindati imposti da Roma. Il malcontento nei confronti di Amendola è molto diffuso e va ben oltre i confini salernitani.

A Caserta tutto il gruppo dirigente provinciale, nonostante sia spaccato, è unito dall’unanime giudizio negativo sulle scelte della segreteria regionale. Ad Avellino il consigliere regionale Rosetta D’Amelio è sul piede di guerra già da tempo, arrivando a chiedere, prima del voto, le dimissioni di Amendola e invitandolo a rifiutare la candidatura blindata alla Camera per “i suoi gravi errori politici”. Anche la federazione napoletana è in forte fibrillazione.

Insomma, anche se a chiedere esplicitamente le dimissioni di Amendola sono stati solo i democrat salernitani, di fatto il segretario non ha più la fiducia del gruppo dirigente. Non a caso la direzione ha deciso di convocare l’assemblea regionale subito dopo Pasqua per la celebrazione del congresso.

E lui, Amendola, di fronte al fuoco di fila nei suoi confronti come si è difeso? Con nonchalance ha fatto finta di nulla, non gli è passata neanche per l’anticamera del cervello l’idea di fare un passo indietro e dimettersi. È rimasto lì aggrappato alla poltrona. Ma ormai, parafrasando Calvino, è un segretario dimezzato.

Mario De Michele

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