“Non ho mai negato un appuntamento a nessuno quando mi è stato chiesto civilmente. Mi rifiuto di sottopormi a qualsiasi forma di coercizione, per cui quando gli esponenti dei Cub che stanno occupando la sala della giunta la libereranno allora provvederò a fissare con loro l’appuntamento che mi chiedono. Oggi non andrò in Provincia fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità.

Questa vuole essere una precisa denuncia ed una presa di posizione verso chi intralcia un servizio pubblico che non può ricevere ascolto. Fino ad oggi non ho mai denunciato nessuno perché siamo tutti impegnati, amministratori e forze di polizia, a mantenere un clima nei limiti della pax sociale. Ma più si va avanti più diventa difficile. Il lavoro non c’è ed i tempi della politica assistenziale sono decisamente finiti.”

 

E’ quanto dice il presidente della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo in merito all’occupazione in atto da stamane dei locali dell’ufficio di presidenza della Provincia di Napoli da parte di decine di lavoratori dei Consorzi di Bacino.

“Ogni giorno c’è qualcuno che manifesta – continua Antonio Pentangelo – anche se nei fatti siamo un ente in dismissione, non perché lo dirà una legge ma perché i tagli che progressivamente subiamo non ci consentono una giusta programmazione dei servizi. La situazione dei Cub è complessa e nasconde tante sfaccettature. Ben vengano inchieste della magistratura a fare chiarezza, così tutti sappiamo come muoverci, noi amministratori e gli stessi lavoratori che rischiano di rimanere vittime di loro carnefici che non risiedono nel palazzo della Provincia di Napoli. Chi poi lamenta degli arretratati ben sa che a Palazzo Matteotti si è fatto di tutto per risolvere nella legalità le emergenze che via via si presentavano, ed ancora oggi nulla ho da imputare all’amministratore della Sapna Enrico Angelone nella gestione della società dove sono impegnati parte di questi lavoratori. Lo ripeto, – conclude Antonio pentangelo – massima apertura e comprensione verso tutti, disponibilità a parlare sempre, ma assolutamente chiusura verso chi usa le occupazioni come forma di ricatto”.

 

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