Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università di Napoli Federico II, è il nuovo Presidente della Crui. Lo ha eletto alla prima tornata e all’unanimità l’assemblea dei Rettori. Manfredi, 51 anni, ingegnere, succede a Stefano Paleari. Insegna Tecnica delle Costruzioni presso l’ateneo partenopeo che guida dal 2014. E’ autore o curatore di 9 libri e oltre 400 lavori scientifici pubblicati su riviste o presentati a congressi internazionali. Svolge attività di ricerca di tipo teorico e sperimentale prevalentemente nei campo dell’Ingegneria Sismica. E’ membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e della Commissione Grandi Rischi. “Solo attraverso una rigorosa politica del merito e della qualità potremo contemporaneamente stimolare le eccellenze ed elevare il livello medio del nostro sistema. D’altra parte – ha osservato Manfredi – su questo fronte si dimentica spesso che l’università italiana è l’unico comparto della Pa a essersi già sottoposto alla valutazione dell’Anvur, un’agenzia terza. Non solo. A differenza di ciò che i luoghi comuni vorrebbero, gli atenei mantengono tassi di competitività che gli indicatori internazionali della ricerca e la qualità dei laureati dimostrano ampiamente”. “Tutto ciò – ha proseguito – a fronte di un cronico sottofinanziamento che mette ormai in discussione l’esistenza stessa del sistema nazionale delle università in cui crediamo. Il turn-over bloccato impedisce il ricambio generazionale dei docenti e spinge i giovani di talento a trovare spazio all’estero. Una politica asfittica del diritto allo studio riduce l’accesso alla formazione proprio nel momento in cui sarebbe cruciale investire sul capitale umano”. “Si parla ormai da mesi della Buona Università che il Governo si prepara a varare , ma sull’università e sulla ricerca – Manfredi va dritto al dunque – va fatta una scelta politica, e va fatta subito. E’ troppo facile parlare di futuro senza immaginare di investire sui mattoni per costruirlo. In quest’ottica confidiamo sul fatto che non si tratti dell’ennesima riforma a costo zero. O meglio i cui costi vengono interamente scaricati sulle comunità accademiche. Giovani, studenti e ricercatori, in primo luogo”. “Le sfide che attendono gli atenei italiani non sono né poche né semplici: aumentare l’offerta terziaria guardando a una nuova formazione professionalizzante; promuovere l’internazionalizzazione coniugandola con il governo dei flussi migratori; integrare la formazione a distanza con quella frontale, rispondendo in maniera coerente alla concorrenza delle università telematiche; incrementare una presenza attiva sul fronte dell’innovazione tecnologica basata sul knowledge sharing. L’Italia non può più attendere – ha concluso Manfredi – Per vincere queste sfide su uno scenario internazionale sempre più competitivo e affollato è fondamentale affrontarle con risorse adeguate e il sostegno convinto dei decisori. L’università ha già fatto la sua parte ed è pronta a continuare sullo stesso sentiero. Ci aspettiamo di vedere presto segnali di discontinuità con il passato da parte del Governo”. (ANSA).