NAPOLI -Per la valorizzazione del centro storico di Napoli verranno messe in campo risorse europee per circa 100 milioni di euro. Gli investimenti serviranno a riqualificare siti e complessi monumentali e storici tra cui quello dei Gerolamini, l’insula del Duomo, Castel Capuano, la chiesa di San Pietro a Majella ed il complesso di San Lorenzo Maggiore. gli interventi, nel totale, sono 28 oltre alla riqualificazione di alcuni spazi urbani.
E’ quanto prevede il protocollo di intesa sottoscritto oggi dal presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano, dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e dai rappresentante della Arcidiocesi di Napoli,don Aldolfo Russo, dal provveditore regionale alle opere pubbliche per la Campania ed il Molise, Giovanni Guglielmi, nonché dal direttore regionale del ministero dei Beni culturali, Gregorio Angelini. Il Comune di Napoli ha assunto l’impegno di attuare il “grande progetto” e di raccordare le strategie di intervento. Alla Regione toccherà il compito di “valutare l’incremento dello stanziamento pubblico complessivo”. La Arcidiocesi di Napoli, invece, tra l’altro, si impegna a garantire “la fruizione pubblica, sociale e culturale di ambienti ed edifici interessati dal Grande Progetto”. E’ prevista anche la costituzione di una cabina di regia “con compiti di indirizzo, impulso e coordinamento strategico”. A supporto della Cabina di regia verrà istituito anche un tavolo tecnico.
I protocolli di intesa sottoscritti oggi tra la Regione Campania, il Comune di Napoli, la Mostra d’Oltremare, l’arcidiocesi di Napoli, il ministero dei Beni Culturali per il polo fieristico, il centro storico di Napoli e un tratto della linea 6 della metropolitana sono solo l’avvio perché, ha assicurato il governatore della Campania, Stefano Caldoro, “andremo avanti fino in fondo con caparbietà”.
“I grande progetti sono la grande scommessa – ha detto ancora Caldoro – per l’utilizzo dei fondi strutturali. Valuteremo insieme quello che possiamo fare e quello che in corso d’opera dovremo cambiare”. “L’Europa e soprattutto la Commissione Europea – ha osservato ancora Caldoro – e gli organismi preposti, ed in qualche caso troppi, devono però capire che di fronte a questa sfida ci devono stare vicini. Se abbiamo una eccessiva rigidità i problemi non li risolviamo”.