“E’ un nuovo bagno di sangue a Napoli. Due morti ammazzati in meno di 48 ore: prima a Ponticelli e poi al rione Sanità. E’la macabra fine delle vacanze estive per i killer della camorra. Un’escalation impressionante. Oggi a mezzogiorno un altro agguato in un rione tra i più intensamente popolati dove si è consumato l’omicidio di Vittorio Vastarella, 43 anni, fratello del boss Giuseppe Vastarella, 42 anni, ucciso lo scorso 22 aprile in un circolo ricreativo sempre alla Sanità. Non è più tollerabile questo clima da guerra permanente nelle strade della terza città d’Italia”. Lo denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione, segretario della Commissione anticamorra che lancia l’allarme: “Occorre fare presto – spiega – rilevo troppe chiacchiere e pochi fatti cominciando dal Ministero dell’Interno”. “Come Commissione anticamorra, organismo del Consiglio regionale della Campania – sottolinea Viglione – proporrò immediatamente una serie di audizioni presso la Prefettura, Procura, Questura e comando dei Carabinieri”. “Vogliamo capire come poter dare una mano per rompere questo odioso immobilismo istituzionale – prosegue – che con il trascorrere dei giorni somiglia al girare lo sguardo da un’altra parte”. “Come Movimento 5 Stelle – aggiunge – siamo intervenuti con una denuncia forte sulla vicenda delle depositerie giudiziarie che guarda caso puntualmente vengono date alle fiamme proprio nei mesi estivi”. “Vogliamo capire se la Regione Campania può nell’immediato – propone Viglione – mettere a disposizione delle aree da destinare a luogo per il deposito giudiziario di moto e scooter”. “I due fatti di sangue registrati in queste ore a Napoli – fa notare – hanno come in tanti altri omicidi un filo che li unisce: i killer si muovono sempre e solo su mezzi a due ruote”. “Le forze dell’ordine hanno bisogno di strumenti di contrasto – continua – i sistematici incendi delle depositerie non consentono un’azione fondamentale: il sequestro delle moto dei camorristi”. “Questa è una priorità fondamentale – conclude Viglione – che insieme all’ascolto dei territori e degli attori impegnati nella lotta ai clan deve coinvolgere le istituzioni e anche la Regione Campania”.

 

 

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