“Credo che le istituzioni ora debbano dare un’unica risposta: preservare la verità dei fatti. Avviamo querele ma svolgiamo analisi suppletive a quelle che già  normalmente vengono effettuate”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, in merito all’articolo apparso oggi sull’Espresso dal titolo “Bevi Napoli e poi muori”.

 

“Lo studio commissionato dagli americani e diffuso oggi dall’Espresso – continua il presidente Pentangelo –  era cosa nota e già pubblicata negli anni scorsi da altri organi di stampa. Fa bene De Magistris a predisporre azioni civili e penali contro chi potrebbe aver diffamato Napoli con una comunicazione che prende spunto da notizie datate e potrebbe rivelarsi tremendamente dannosa per le nostre economie. Ma credo che i nostri concittadini debbano essere sicurissimi rispetto a tutto ciò che riguarda la propria salute.  Quotidianamente vengono fatti dagli organismi preposti controlli sulla qualità dell’acqua e dell’aria, e questo già ci deve dare tranquillità. Ma ora, in virtù di una cronaca quotidiana che non ci da tregua sulle vicende che riguardano la Terra dei fuochi e le continue scoperte di rifiuti tossici sepolti dalla criminalità organizzata, ritengo sia assolutamente necessario procedere ad uno sviluppo di indagine”.

 

“Proporrò perciò – ha agginto Pentangelo –  al governo centrale, alla Regione ed all’Arpac, di effettuare analisi speculari a quelle effettuate anni addietro da personale statunitense ad uso dei propri concittadini ospiti nei nostri territori. Uno screening realizzato magari con fondi da attingere ai beni finanziari confiscati alla camorra. Solo precisi risultati scientifici attualizzati, diffusi con trasparenza assoluta, potranno a questo punto dipanare ogni perplessità in merito ad argomenti così seri, per la nostra salute e per le nostre economie”. “Ora più che mai – conclude Antonio Pentangelo – è necessario rispondere con dati scientifici, oltre che con importanti azioni a tutela della nostra Terra, a chi pone dei dubbi talmente tremendi sulla qualità di beni primari per la nostra stessa sopravvivenza”.

 

 

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