Sfiduciato con un atto dal notaio da tutta la minoranza insieme a 3 consiglieri di maggioranza: questo è ciò che è accaduto ieri sera al sindaco di Grumo Nevano Gaetano Di Bernardo. I 3 componenti della maggioranza che hanno fatto da ago della bilancia per porre fine al cammino amministrativo inizialmente condiviso sono Tammaro Faccenda, Rosa Conte e Tammaro Chiacchio.
Il consigliere Faccenda ha così commentato la scelta di firmare dal notaio e non riporre più fiducia nel sindaco che aveva contribuito a far eleggere: “Sono stato costretto a prendere questa decisione. Mi dispiace per la città perché hanno creduto in noi, ma non si poteva andare avanti così. Il sindaco Di Bernardo ha disatteso la programmazione che avevamo concordato e soprattutto ciò che avevamo promesso alla città”. Ha spiegato poi i temi importanti alla base di tale decisione: “Il Puc, la zona industriale e il bilancio non sono stati gestiti in modo appropriato da Di Bernardo. È diventato un’altra persona e io mi sono dissociato da questo modo di fare. Si era creata una situazione in cui le decisioni venivano già prese da un altro gruppo di consiglieri di cui il capo era Aldo Chiacchio e trovavamo già tutto fatto a tavolino”. E aggiunge. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata poi la proposta di privatizzare la riscossione dei tributi. Il predissesto è stato una forzatura”. Il consigliere dimissionario si riferisce al piano di rientro presentato per risolvere la grave situazione delle casse comunali grumesi.
La proposta di privatizzazione dei tributi però -fanno sapere dalla ormai ex maggioranza- riguarderebbe la sola parte della riscossione coattiva, quindi i cittadini morosi nei confronti dell’Ente, ed era finalizzata al piano di rientro per risollevare le sorti del Comune. Infatti di tutt’altro parere è l’ormai ex consigliere di maggioranza Gianluca Esposito che interpreta negativamente il comportamento dei 3 outsider. “Un chiaro segnale di un ricatto politico indirizzato al sindaco che non ha ceduto. La politica grumese ha toccato il fondo, il consiglio comunale ha raggiunto dei livelli bassissimi. La colpa è anche nostra perché abbiamo inglobato persone nelle liste che con il senno di poi non andavano inserite. Sposo totalmente la linea del sindaco e continueremo a portarla avanti anche per la prossima campagna elettorale. A breve spiegheremo alla cittadinanza tutti i motivi che sono secondo noi alla base di questo atto. Hanno sfiduciato il sindaco senza giustificazioni e in 6 mesi di amministrazione queste persone non hanno prodotto nessun atto”.
Sulla scelta di mandare a casa il sindaco Di Bernardo è intervenuto anche il consigliere 5 Stelle Giuseppe Ricciardi. “Le nostre motivazioni sono prettamente politiche. Non c’erano più le condizioni per andare avanti. Alcune tematiche non sono state gestite a dovere. Come la variante al piano regolatore generale invece di rimettere mano al Puc. Cosa che aveva assicurato il sindaco dopo l’ultima crisi poi rientrata. Ha disatteso quell’impegno. Poi con la privatizzazione dei tributi e un piano di rientro (per portare il Comune in predissesto) bocciato dai revisori dei conti ci siamo resi contro che non c’era reale volontà di cambiare le cose e di operare per il bene della comunità e del territorio”. Ricciardi ha analizzato anche i mesi antecedenti all’ultimo atto notarile. “Dal primo momento che questa amministrazione si è insediata ci sono stati problemi perché la maggioranza di Di Bernardo non è stata mai coesa. Avrebbe dovuto lui prenderne atto prima. Abbiamo cercato di collaborare per il bene collettivo ma poi ci siamo resi conto che nonostante gli inviti da parte nostra e le rassicurazioni date ad esempio nella riunione dei capigruppo tenutasi il giorno prima del consiglio comunale che poi diede esito positivo con rientro della crisi. Il sindaco non è stato consequenziale agli impegni presi con le parti politiche e quindi ne deriva la nostra decisione che ha dato una spinta maggiore a questo atto. Speriamo ora in un commissario prefettizio illuminato che possa chiedere una proroga per il piano di rientro”. Ha poi spiegato i piani per il prossimo futuro: “Per il momento mi prendo un breve periodo di pausa e poi verificheremo le condizioni per riproporci alla prossima campagna elettorale. Stesso vale per la mia eventuale candidatura a sindaco. Mi è sempre interessato istaurare un dialogo politico e non impormi come leader”.
Ora non resta che attendere la nomina del commissario prefettizio che verosimilmente arriverà nelle prossime ore e incomincerà a gestire il comune di Grumo Nevano da lunedì prossimo.
Valentina Piermalese