“La normativa regionale risale al 2003, precedente dunque alla stessa legge 40 – ha affermato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni nell’audizione di oggi sulla proposta di testo di legge regionale ‘Organizzazione delle attività di medicina della riproduzione e Procreazione medicalemente assistita (Pma) in Regione Campania” avvenuta al Consiglio Regionale”. ”La recente deliberazione sulla Pma emanata in seguito alla nostra diffida di fatto crea disagi nell’accesso alle tecniche di Pma ai pazienti campani che già subiscono una carenza di offerta nel pubblico e l’impossibilità di recarsi in altre regioni a causa del blocco dei rimborsi – è stato rilevato – oltre alla gravissima lesione di diritti per mancato recepimento dell’atto della conferenza delle regioni sull’eterologa nelle strutture pubbliche”. “Il testo così redatto tradisce l’intento iniziale di garantire l’accesso più snello ai pazienti che devono accedere alle tecniche previste di Pma per poter avere un figlio – ha precisato Gallo – inoltre appesantisce il sistema organizzativo; prevede nuove figure di gestione sanitaria con aggravio di spese; ignora i test genetici. Infine, non meno importante, non riesce a rappresentare un sistema idoneo a sopperire il fabbisogno regionale né quello extra regionale”. L’Associazione Luca Coscioni chiede, dunque, al presidente della V commissione Raffaele Topo, ”una puntuale revisione tramite emendamenti alla legge regionale all’esame odierno della V Commissione, al fine di redigere un buon testo di legge in materia che garantisca l’accesso alle tecniche di Pma a tutti i pazienti campani senza alcuna discriminazione e con un uso adeguato delle risorse regionali, provenienti dalla Legge 40 e a seguito dei nuovi Lea”