Roma adotta la linea della fermezza. “Le liste Pd in Campania dovranno essere davvero “pulite” non solo a chiacchiere”, è il succo della lavata di capo che Lorenzo Guerini ha fatto ad Assunta Tartaglione. Un diktat che il braccio destro di Renzi ha imposto nell’ultimo incontro al segretario dei dem campani. Il 26 aprile l’assemblea regionale passerà al vaglio e darà il via libera ai nomi dei candidati indicati dalle federazioni provinciali. Poi l’incartamento sarà spedito ai vertici nazionali. La decisione romana sarà una sentenza senza appello. Guerini ha lanciato un avvertimento inequivocabile alla Tartaglione: i nomi impresentabili saranno depennati senza pietà. E sulle spalle del segretario regionale cadranno tutte le responsabilità politiche. In altre parole rischierebbe il depennamento (dalla carica) anche lei. Il simbolo della linea dura sarà incarnato quasi certamente da Franco Alfieri. Il sindaco di Agropoli è un fedelissimo di Vincenzo De Luca. Ma neanche questo servirà a salvarlo. E’ tornato alla ribalta delle cronache per la genialata della multa per divieto di sosta comminatagli dai “suoi” vigili urbani. Un espediente diabolico per non dimettersi. Il sindaco che apre un contenzioso con il proprio Comune decade, ma l’amministrazione resta in carica. Una exit strategy che neanche Einstein avrebbe immaginato. Alfieri è in ottima compagnia. Sono almeno altri 7 i primi cittadini che hanno avuto la stessa brillante idea. Ma quello della multa è l’ultimo dei problemi del sindaco di Agropoli. Nell’ultimo viaggio della speranza a Roma, accompagnato dalla fida deputata Sabrina Capozzolo, ha dato la disponibilità a dimettersi. Il pagamento della multa però non basterà. Sul cammino di Alfieri verso la candidatura c’è un ostacolo molto più ostico da superare. Praticamente insormontabile. Nel maggio del 2014 è stato rinviato a giudizio nell’inchiesta “Due Torri” su presunti appalti pilotati della Provincia di Salerno. Insieme a lui sono coinvolte altre 79 persone, tra cui tecnici e politici che tra il 2001 e il 2008 facevano parte della squadra amministrativa della Provincia. All’epoca Alfieri era assessore ai Lavori Pubblici. Secondo l’accusa sarebbero 54 le gare di appalto pilotate. Un macigno giudiziario che affosserà la sua candidatura alle regionali. Tutto perduto? Forse no. Dopo essere uscito dalla porta del Pd, Alfieri potrebbe rientrare dalla finestra di Campania Libera, una delle due liste collegate a De Luca. Le decapitazioni non finiscono qui. Il giacobino Guerini farà scattare altre ghigliottine. A rischio tutti i rinviati a giudizio. Se non sarà una carneficina poco ci manca. Sicuramente ci sarà spargimento di sangue.
Mario De Michele