Nell’audizione di Rosa Capuozzo in commissione Antimafia “ci attendiamo finalmente chiarezza”. A dirlo è Mario Giarrusso, vicecapogruppo del M5S al Senato e componente della commissione Antimafia, in un’intervista al Mattino. “La Capuozzo dice, poi si smentisce, poi dice altro ancora – aggiunge – Il sindaco faccia chiarezza e dica, per esempio, perché di fronte ai ricatti non si consultò anche con i componenti cinque stelle della commissione Antimafia. Non ha mai parlato con Fico e Di Maio di ricatti e minacce, non ha mai detto che era ricattata da De Robbio. Noi abbiamo cacciato gente per molto meno. Quindi può immaginare come avremmo reagito se avessimo saputo subito che era in atto una manovra ricattatoria di un nostro consigliere nei confronti del nostro sindaco”. Perché si sarebbe limitata a parlare di pressioni politiche? “E’ semplice, temeva che ci sarebbero state ripercussioni sulla giunta”. Giarrusso torna poi sulla candidatura di De Robbio: “Non era indagato, non è imparentato con personaggi sospetti, è un ufficiale della Marina e sarebbe passato anche al vaglio della prefettura. Quindi l’unica risposta resta la reazione immediata e ferma. Con De Robbio c’è stata. Il caso di Quarto è emblematico perchè dietro De Robbio c’era una strana coppia: un imprenditore presunto affiliato alla camorra e un esponente del Pd, Marco Ferro. De Robbio chiama Ferro zio Mario e i carabinieri notano una subalternità di De Robbio a Ferro. Ecco, c’è stata una macchinazione contro di noi orchestrata dal Pd in combutta con un presunto camorrista”.