La Commissione Urbanistica e Beni Comuni, presieduta da Teresa Caiazzo, si è occupata questa mattina, con l’intervento degli assessori Carmine Piscopo (Urbanistica) e Alessandro Fucito (Patrimonio), delle delibere G.C. di proposta al Consiglio n. 258/2014, 259/2014, 717/2014 e 606/2013 riguardanti l’utilizzo dei beni pubblici e privati recepiti dalla comunità come beni comuni, dell’estromissione della Casina del Boschetto dal patrimonio in dismissione del Comune e espressione del parere favorevole alla realizzazione del progetto denominato “Tangenziale di Napoli- stazione di Capodichino – nuovo fabbricato e nuovo piazzale. La presidente della Commissione urbanistica e Beni comuni, Caiazzo, ha introdotto i lavori sulle diverse delibere proposte al Consiglio comunale all’ordine dei lavori della prossima seduta del 12 febbraio. Sulle prime due delibere, la presidente ha ricordato le valutazioni dell’Osservatorio per i beni comuni che però devono essere integrate con le informazioni in possesso degli uffici del Patrimonio . La necessità di creare un regolamento univoco per l’individuazione delle proprietà dell’Amministrazione comunale e dei beni privati in avanzato stato di abbandono che possano essere definiti beni comuni faciliterebbe l’assegnazione a categorie svantaggiate come giovani disoccupati singoli o in forme associate a cui concedere il bene in comodato d’uso gratuito dopo l’approvazione dei progetti. L’assessore alle Politiche urbane, urbanistica e Beni comuni, Piscopo, ha introdotto la discussione sulle delibere 258/2014 e 259/2014 riepilogando nuovamente le caratteristiche che un bene deve possedere per poter essere classificato come bene comune ovvero percepito come utile dalla collettività. L’assessore ha proposto come strumento amministrativo per la gestione dei beni pubblici percepiti come comuni una mappatura e la definizione della destinazione di questi beni in collaborazione con la cittadinanza e una successiva manifestazione di interesse con bando pubblico. Per i beni privati, l’assessore ha ricordato il percorso che porta, dopo una serie di accertamenti dello stato di degrado e di abbandono del bene e di sollecitazioni ai proprietari di messa in sicurezza, l’Amministrazione all’acquisizione del bene al patrimonio comunale e alla successiva destinazione, attraverso l’intervento delle Consulte civiche, alla fruizione pubblica, o attraverso la gestione comunale o attraverso una convenzione con soggetti esterni. L’assessore al Patrimonio, Fucito, ha ricordato che le delibere propongono un modello per la gestione di casi complessi di beni pubblici e privati abbandonati o impropriamente occupati che necessitano di una regolamentazione. Grazie al censimento già disponibile delle 65000 particelle catastali del Comune di Napoli, si avrà un quadro chiaro dei beni appartenenti al Comune e dei beni privati abbandonati e che, in possesso dei requisiti per essere dichiarati beni comuni, potrebbero essere interessati da progetti di riqualificazione e fruizione collettiva. I consiglieri hanno osservato: l’esigenza di definire in tempi brevi una mappatura dei beni suscettibili di rientrare in questa categoria e che vanno individuati facendo riferimento alle comunità del territorio e con criterio uniforme per tutto il territorio cittadino (Grimaldi), la preoccupazione di intervenire prima sui beni di proprietà del comune con un dettagliato screening recuperando principalmente i beni occupati abusivamente (Moretto), l’aspetto positivo delle previsioni contenute nelle due delibere che favoriscono opportunità di sviluppo e creano coesione sociale (Coccia), la condivisione dei principi di fondo, da accompagnare ad un’attenzione alle ricadute pratiche ed in particolare alle implicazioni con il tema dell’occupazione di beni comunali che andrebbero prima liberati per far sì che ci siano condizioni di libera concorrenza tra chi già li occupa e chi si candida a gestirli (Troncone), l’idea che le considerazioni sui beni della città devono tener conto dell’evoluzione del tessuto urbano (Attanasio). Sulla delibera 717/2014 relativa all’estromissione della Casina del Boschetto dal programma di dismissione immobiliare e della sua utilizzazione da parte della Stazione Zoologica Anton Dohrn per la realizzazione di progetti scientifici, l’Assessore Fucito ha spiegato che l’Amministrazione, rispetto al piano di dismissione del 2004, ha stilato un crono programma che non tiene conto di quei contenuti ed indica una serie di priorità, a partire dagli immobili per i quali gli inquilini abbiano versato le somme a titolo di caparra, quelli per i quali siano state esplicitate manifestazioni di interesse e i beni fuori comune, a partire dai terreni. In questo ambito, ha aggiunto l’Assessore Piscopo, l’estromissione della Casina del Boschetto e l’assegnazione alla Stazione zoologica, che avverrà con un’apposita convenzione, prevede l’attuazione del progetto di restauro già stilato dall’Amministrazione e licenziato col parere positivo della Soprintendenza e l’impegno a mantenere il luogo aperto alla disponibilità del Comune per lo svolgimento di attività di carattere culturale che siano compatibili con la destinazione stabilita. Sul punto la presidente Caiazzo ha chiesto che l’atto sia integrato da un progetto successivo elaborato dalla Stazione zoologica e i consiglieri hanno evidenziato: il favore verso una delibera che contrasta l’idea di una dismissione a tutti i costi dei beni del patrimonio comunale, beni che andrebbero preservati anche per costituire una riserva in caso di situazioni emergenziali (Coccia), il dialogo positivo intercorso nel tempo tra la Stazione zoologica e l’Ordine dei Giornalisti e il favore espresso dalla prima per la prosecuzione dell’attività culturale dell’Ordine nell’immobile all’interno della Villa Comunale (Lebro). Sull’ultima delibera all’esame della commissione, la n. 606/2013 sull’espressione del parere favorevole alla realizzazione del progetto denominato “Tangenziale di Napoli – Stazione di Capodichino. Nuovo fabbricato e nuovo piazzale”, l’Assessore all’Urbanistica ha ricordato che l’espressione del parere da parte del Consiglio è legato alla presenza nel progetto di una variante allo strumento urbanistico e alla diversa destinazione dell’area che dovrà ospitare la palazzina antistante la stazione. Importante è l’aspetto della sicurezza della circolazione stradale connesso al progetto, aspetto sottolineato, nel suo intervento, anche dal consigliere Lebro che ha definito prevalente l’elemento del miglioramento della sicurezza rispetto ad altre questioni pure affrontate in occasione del primo esame della delibera da parte del Consiglio. Per la presidente Caiazzo ed il consigliere Attanasio, invece, la questione andrebbe ridiscussa successivamente ad un dibattito più ampio, da svolgere in una seduta consiliare monotematica, sulla Tangenziale e il tema del pedaggio. Il consigliere Troncone ha sollecitato, prima della seduta consiliare, un confronto con i rappresentanti della Tangenziale, oggi assenti, per completare con uno studio dettagliato il ragionamento sulla ricaduta positiva per la circolazione di un allargamento della stazione, con particolare riferimento ai vantaggi in termini di sicurezza.