Prima dell’appello iniziale, si sono svolti, sotto la presidenza del Vice Presidente Frezza, i question time con due interrogazioni del consigliere Nonno, la prima sulla posizione processuale del coordinatore del dipartimento Ambiente e tutela del territorio, la seconda sulle progressioni verticali all’interno del Comune, entrambe con risposta in Aula dell’assessore al personale Moxedano.

La seduta è quindi iniziata, sotto la presidenza di Raimondo Pasquino, con l’appello iniziale al quale hanno risposto 33 consiglieri. Il presidente Pasquino ha preliminarmente comunicato all’Aula la costituzione del Gruppo Nuovo Centro Destra costituito dai consiglieri Domenico Palmieri (presidente del gruppo), Marco Mansueto e Gennaro Addio.

Intervenuto sull’ordine dei lavori, il consigliere Attanasio (Misto – Federazione dei verdi) ha sollecitato un intervento del presidente del Consiglio in risposta alle dichiarazioni dell’ex Sindaco Bassolino, riportate da un quotidiano cittadino, sulla presunta irregolarità delle sedute del Consiglio. Il presidente Pasquino ha assicurato di essersi attivato e preannunciato la prossima presentazione alla stampa di un report sulle sedute svolte dal Consiglio.

Il presidente, dopo aver assicurato che nel corso della riunione una delegazione dei lavoratori di Autogrill Capodichino sarebbe stata ricevuta dai Capigruppo, ha dato la parola all’assessore alle Attività produttive, Enrico Panini, per la relazione iniziale.

L’assessore Panini ha esordito dicendo che il difficile tema è da affrontare nel modo più concreto possibile e facendo riferimento all’importante lavoro preparatorio svolto dalla Commissione consiliare competente. Occorre partire, ha detto, dai numeri: il quadro di riferimento mostra un peggioramento dell’occupazione e un moltiplicarsi delle crisi industriali in vari settori, dai servizi, all’edilizia, al tessile, all’agricoltura, al commercio, con la cancellazione di professionalità e redditi. Dai dati emerge una situazione napoletana vicina alla rottura sociale, con un aumento della povertà, e della nuova povertà, e una grossa presenza di lavoro nero. E’ un contesto in cui, ha aggiunto, criminalità e camorra, che già hanno modificato la geografia e il tessuto imprenditoriale della città, rischiano di prosperare. Ma Napoli è l’aspetto più estremo di un quadro nazionale di difficoltà, un quadro nel quale il Governo non ha segnato nessuna inversione di tendenza, manifestando soprattutto la mancanza di idee chiare sugli investimenti che si vogliono effettuare. L’assessore Panini ha continuato affermando la centralità del punto di osservazione costituito dalla città metropolitana che è il terreno naturale dei progetti di sviluppo, a prescindere dai provvedimenti confusi del Governo e dalle grandi riforme istituzionali.

Il Comune, che non ha competenza in materia di sviluppo e lavoro, può tuttavia fare molte cose, costruire soprattutto un’idea condivisa di città, partecipata, capace di individuare il ruolo di Napoli nella regione, nel Mediterraneo, in Europa. In quest’ambito, ha fatto riferimento innanzitutto al Porto, che è la prima industria cittadina e che deve svilupparsi come base logistica nel Mediterraneo, poi la piccola e media industria (una “Napoli Valley” potrebbe essere un grande attrattore di ricerca e innovazione), l’artigianato, soprattutto quello legato all’identità della città, il turismo e il commercio. Obiettivo fondamentale è la valorizzazione delle grandi risorse costituite dai giovani e dalle donne.

Ricordato il lavoro finora compiuto dal Comune, sia sul versante della cooperazione interistituzionale nel meccanismo dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro che su quello dell’innovazione amministrativa (Sportello Unico Attività Produttive e riforma della macchima organizzativa del Comune),  della conquista di migliori condizioni di credito per la piccola e media impresa, per la ricerca e per la legalità con il contrasto alla contraffazione delle merci, per la qualità della certificazione e con la lotta al racket e all’usura. Dopo aver ricordato i bandi messi in campo (da quello in base alla legge 266 per la messa in rete delle aziende, a quelli, prossimi, su lavoro delle donne e welfare, ai bandi per le aree mercatali, alla ripresa di una progettualità sul tema dei progetti Isola Bros, all’impegno sottoscritto per la stabilizzazione di ulteriori 110 Lavoratori Socialmente Utili (oltre i 60 già stabilizzati).

L’assessore Panini ha concluso annunciando che tra Barcellona, Roma e Napoli si sta costituendo uno spazio europeo di sperimentazione sull’occupazione e invocando un ruolo attivo del pubblico sullo sviluppo e sul lavoro, chiamando per questo il Governo ad un’iniziativa responsabile, con l’adesione alla proposta di un Patto sul lavoro di giovani e donne e interventi volti a consentire la ripresa dello sviluppo produttivo.

La seduta è continuata, sotto la presidenza del Vice Presidente Frezza, con l’intervento del presidente della commissione Lavoro e Attività produttive, Antonio Crocetta, il quale ha fatto riferimento ai tre incontri preparatori svolti con la partecipazione dell’assessore Panini e di numerosi rappresentanti delle parti produttive e sindacali (Unione degli Industriali, Confcommercio, Sindacati, Lega delle Coopeative, ecc..), delle parti istituzionali (le Università cittadine, la Direzione Regionale del Lavoro, INPS, gli Ordini Pofessionali), infine le organizzazioni di non occupati  (Bros-Progetto Isola e Banchi Nuovi).

Gli incontri sono serviti, ha concluso il presidente Crocetta, a raccogliere sollecitazioni e suggerimenti, ad esempio per la normalizzazione della vita della città, per la legalizzazione delle attività produttive, sulla zona franca, sull’utilizzo del patrimonio comunale per consentire l’apertura di iniziative industriali con ricadute occupazionali, iniziative per il credito bancario per piccole e medie imprese. Tali contenuti sono stati trasfusi in una mozione che, si è augurato il presidente Crocetta, si arricchirà in Consiglio con il contributo di tutti i consiglieri.

Dopo le due relazioni, il Consiglio ha cominciato il dibattito.

Terminata la relazione dell’assessore al Lavoro, è iniziato il dibattito dell’Aula. Primo intervento quello del consigliere Moretto (Fratelli d’Italia), per il quale la città presenta le stesse sofferenze del dopoguerra ma con peggiori prospettive di ripresa ed è necessario l’avvio di una più profonda fase di riflessione e di analisi sulle strade da seguire per dare rilancio alla città, per prospettare politiche volte al rilancio, migliorando la qualità della vita e la sostenibilità del processo produttivo, per costruire competenze e professionalità con l’obiettivo di restituire centralità alle politiche di sviluppo.

Per questo va avviata una vera fase di ammodernamento delle strutture economiche, partendo dal concetto di città normale, dove vige la legalità e dove partendo dalle cose più semplici vanno ripresi i progetti già iniziati o quelli accantonati e che riguardano tutta la geografia della città da est ad ovest. Sgambati (Napoli è Tua): occorre attivarsi allo stesso modo per tutti i lavoratori, per quelli del S. Carlo come per quelli dell’aeroporto, dove 150 persone sono da settimane in agitazione e la Gesac non si assume alcuna responsabilità; Coccia (Federazione della Sinistra): che ha sottolineato come parlare di progetti in una situazione economica così devastata può apparire utopico, ma senza utopia forse non si va avanti. Come ha evidenziato la relazione d’apertura dell’Anno Giudiziario, esistono quattromilacinquecento persone affiliate ai clan nella nostra città, ma ad esse si pensa solo in termini di repressione criminale e mai in termini di prevenzione, attraverso il lavoro. Oggi tutti i grandi comparti industriali sono andati altrove, ma manca la coesione nazionale per contrastare questo momento, che discende dalla scelta scellerata di privatizzare anche risorse indispensabili alla sopravvivenza, come i settori bancario ed assicurativo, o quello dell’energia, e si è rinunciato ad avere una strategia generale del lavoro, facendo prevalere l’ideologia generalizzata che il privato sia sempre meglio del pubblico.

Si ha bisogno di investimenti e di ripartire con un piano del lavoro che non può nascere solo qui ma che deve, necessariamente, venire dall’Europa e forse c’è bisogno di fare gli Stati generali del lavoro a Napoli; Caiazzo (Federazione dei Verdi): occorre un impegno da elaborare a livello sovranazionale, un piano del lavoro che parta dall’esistente ma che guardi anche al futuro valorizzando le risorse del territorio. Serve un piano di sviluppo radicale, serio e meditato, che parta dal territorio, contrastandone l’abbandono e ricostruisca le filiere produttive, dia impulso alla scuola, all’avviamento al lavoro e preveda l’affidamento degli spazi verdi di proprietà comunale a giovani che vogliano praticare agricoltura e floricoltura ma non ne hanno le possibilità; Varriale (Centro Democratico): il Comune dovrebbe partire dalla proprie competenze, iniziando dalla “sburocratizzazione” e da tutti gli ostacoli che scoraggiano i giovani napoletani e quanti vogliano venire qui ad investire. Va inoltre prestata una speciale attenzione al turismo, attribuendo una delega specifica ad una grossa personalità del settore e creando un tavolo di concertazione con i più importanti tour operators mondiali ai quali vanno offerti specifici percorsi enogastronomici e culturali per attirarli in città, creando, così, centinaia di posti di lavoro. Creare, infine, un tavolo permanente unitario per produrre idee concrete e dare risposte ai cittadini; Lettieri (Liberi per il Sud): Un buon amministratore si può definire tale in base a quanti posti di lavoro crea. Il Sindaco dice che la città funziona, che ci sono turisti, e invece la città soffre, chiudono i negozi, aumentano i disoccupati e le famiglie disagiate, mentre non si fa niente per incentivare gli investimenti e per sostenere gli imprenditori. Il Consiglio andava informato subito della bocciatura del piano di rientro per discutere di ciò che aveva evidenziato la Corte, perché per ogni euro che spende, l’Amministrazione deve interrogarsi sulle ripercussioni che quella spesa ha sul lavoro.

Oggi Napoli è l’ultimo vagone dell’Italia che arretra, ma qui ci sono le condizioni per innescare un meccanismo di sviluppo,  perché la città é ferma da vent’anni e bisogna far ripartire le grandi opere di riqualificazione. Abbiamo bisogno di energie ed idee dei giovani, e a loro deve essere dedicato l’impegno maggiore perché sono la vera ricchezza del nostro territorio e perché sono quelli su cui abbiamo investito di più, e che ora producono ricchezza altrove. Il lavoro si crea facendo grandi presupposti per lo sviluppo. Si possono, così, immaginare dieci azioni, tra cui il microcredito, il placement office, per far dialogare imprese ed Università, l’elaborazione di un piano di incentivi fiscali per gli artigiani che formano i giovani, l’investimento in formazione. Molisso (Ricostruzione Democratica): manca da molto tempo a Napoli e in Campania un vero progetto politico e una classe dirigente all’altezza dei compiti che le sono demandati. Per questo va sollecitata una valorizzazione dell’esistente, evitando però gli sprechi. Sono molte, per esempio, le progettualità fatte per le donne che non hanno prodotto nulla, come il centro per l’occupabilità femminile o la Casa della cultura e delle differenze, esiste un patrimonio immobiliare citato come risorsa e che invece non viene utilizzato come possibilità di crescita per i giovani della città, risorse che si riescono ad incamerare con difficoltà e che poi vengono spese male, come nel caso delle rette pagate per mantenere un bambino in case famiglia invece di dare alla famiglia d’origine un sostegno al reddito. Infine va insistito, per i dipendenti comunali, sui loro doveri di lavoratori, esigendo che tutti diano un contributo alla città, perché il tema dei servizi comunali fa parte delle politiche dello sviluppo.

Sempre presieduto dal Vice Presidente Frezza e, nell’ultima fase del dibattito, dalla Vice Presidente Coccia, il Consiglio ha proseguito il dibattito su “Politiche di sviluppo e azioni a sostegno delle attività produttive” con l’intervento di numerosi consiglieri.

Per Ciro Fiola (PD) la crisi Electrolux dimostra che l’intero Paese ha perso la propria competitività, per cui occorre non tanto parlare astrattamente ma “produrre lavoro” con le grandi opere e superando un sistema di sperpero di risorse che, a livello regionale, si è tradotto in una formazione che non c’è. Per Napoli occorre investire su Napoli Est e sulla zona franca, rimuovendo gli impianti petroliferi dismessi, realizzare infrastrutture, come i porti turistici, agevolare le attività commerciali e turistiche che portano occupazione.

Ciro Borriello (SEL) ha sottolineato che la crisi internazionale ha segnato la nostra realtà, che la questione lavoro costituisce una emergenza nazionale e una urgenza sociale che il Paese deve assumersi come priorità. La crisi lavoro penalizza in particolare donne e giovani e diventa una potenziale esplosività soprattutto nei nostri territori nei quali si è allargata l’area di sofferenza e la solitudine sociale, per cui va riaffermato il valore del lavoro come bene irrinunciabile e diritto.

Per Antonio Borriello (PD) siamo in uno dei momenti più drammatici del Paese per crisi economica e occupazionale, l’Italia diventa sempre più il Sud dell’Europa. Dovere di alzare la voce chiedendo a tutti i livelli (dal Governo alla Regione), al sistema delle imprese e alle autonomie locali di invertire la rotta. Per l’area metropolitana di Napoli occorre definire una mission che faccia leva sul dissesto idrogeologico, il risanamento ambientale, la riqualificazione urbana, utilizzando in modo virtuoso le risorse europee che vanno concentrate su pochi progetti che siano legati alla finalità dello sviluppo dell’occupazione. Sottolineando anche la necessità di investire sul comparto delle politiche sociali, ha concluso avanzando il progetto di un piano generale per il lavoro che parta da Napoli. Rinnovare l’attenzione sulla zona orientale dismissione polo petrolchimico e accelerando politiche di risanamento ambientale, investire sulla raccolta differenziata avviando l’esodo volontario in Asia favorendo con bandi pubblici la nascita di cooperative sociali e associazioni di utenti

Simona Marino (Per una città ideale) apprezzando l’idea esposta dall’assessore Panini di ripensare l’idea di città, ha sostenuto che occorre rispondere alle domande di fondo che la globalizzazione pone, facendo anche riferimento a nuove forme di pratiche sociali, sottratte alle logiche mercantili, che si stanno affermando, ha invitato a non sommare confusamente le problematiche di donne e giovani, concludendo sulla necessità di intervenire, snellendo la burocrazia e superando i fallimenti accumulati, sui progetti a favore delle donne che partono dalla qualità della vita.

Salvatore Pace (Gruppo Misto Centro Democratico) ha sostenuto che il ruolo del Comune non può che essere che un ruolo di facilitatore dello sviluppo, non certo di motore, evitando così anche che il Comune stesso divenga il capro espiatorio del disagio sociale; ha definito positiva l’adesione del Comune alla Fondazione per l’Istruzione Superiore, che favorisce il dialogo tra università ed imprese, e si è pronunciato per uno sblocco dei Piani Urbanistici Attuativi e per una amministrazione amica che agevoli le nuove iniziative.

Il consigliere Attanasio ha questo punto del dibattito annunciato che il suo gruppo (Federazione dei Verdi) avrebbe abbandonato l’Aula in segno di protesta per alcuni contenuti presenti nei documenti che saranno sottoposti al voto e ha sollecitato l’elezione dei nuovi presidenti di commissione.

Antonio Luongo (IDV) ha sottolineato il positivo lavoro svolto nella commissione ed ha rivendicato “la bella Napoli che non fa notizia”, oltre il dissesto, ricordando inoltre che il Comune ha responsabilità anche dirette nel tema lavoro, così come è stato dimostrato con l’assunzione dei giovani idonei all’ultimo concorso.

 

Carlo Iannello (Ricostruzione Democratica) ha ribadito che le competenze del Comune sono scarsissime in materia di lavoro e che la situazione è aggravata dal piano di riequilibrio che limita fortemente possibili iniziative; occorre definire con chiarezza quale deve essere il profilo della città, nel contesto metropolitano, pena la dispersione delle azioni che si mettono in campo. Occorre anche prendere coscienza dell’assenza della politica e tessere le fila di uno sviluppo di idee che sia utile alla città. Infine, ha apprezzato che il Consiglio abbia scritto una pagina positiva, nel deserto della vita pubblica che è ormai la città.

Pietro Rinaldi (Federazione della sinistra – Laboratorio per l’alternativa) ha sottolineato la difficoltà di formulare proposte credibili nei confronti del mondo del lavoro in un momento di crisi finanziaria, ha criticato la disattenzione della politica rispetto al tema che dovrebbe essere al centro del dibattito; la grande assente è la Regione Campania, che ha competenze in materia, ed ha concluso rimarcando come debole l’iniziativa politica svolta finora dell’amministrazione di Napoli nei confronti del Governo sulle politiche del lavoro.

Amodio Grimaldi (Federazione della Sinistra – Laboratorio per l’alternativa) ha apprezzato che il documento della commissione consiliare sia stato costruito in forma partecipata e auspicato che il Consiglio riesca ad approvare in modo unitario una mozione; ha sottolineato che il dibattito del Consiglio è avvenuto in una situazione di grande difficoltà (con motivazioni sia nazionali che locali) e che tuttavia può essere produttiva a patto di superare anche la simbologia ideologica che ha caratterizzato l’amministrazione finora. Una classe dirigente si caratterizza per la capacità di assumere responsabilità. Il Comune – nel contesto dei ritardi e delle scelte sbagliate della Regione – può dare un contributo allo sviluppo intervenendo sull’efficientamento della macchina comunale, sbloccando le risorse, mettendo in campo una nuova idea di sviluppo che si basi, ad esempio, sulla produzione ecologica, sull’attuazione delle scelte urbanistiche e edilizie.

Concluso il dibattito, il Consiglio è passato alla replica dell’assessore Panini e alla discussione dei documenti presentati.

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