Non dire solo di No, ma qualche volta anche un Sì. A Napoli, i “Non intellettuali” si sono riuniti per promuovere un’idea nuova della città. “Interpreto questa iniziativa come una provocazione – ha detto Gaetano Manfredi, rettore dell’Università di Napoli Federico II – penso che serva ad aprire un dibattito a Napoli su quello che oggi significa iniziativa culturale”. “Mi auguro che i promotori organizzino una serie di incontri, di eventi e discussioni su che cosa significa oggi nella post modernità fare cultura in una città come Napoli guardando al cambiamento – ha sottolineato – Ci sono tante forme di cultura giovanile che oggi possono essere motore e traino per il cambiamento, ma soprattutto anche per l’inclusione perché la cultura deve essere un fattore di inclusione”. Francesco Emilio Borrelli, capogruppo Davvero Verdi in Consiglio regionale della Campania, animatore dell’iniziativa, ha spiegato che il punto di partenza è proporre qualcosa di diverso rispetto ai No che i cosìddetti intellettuali esprimono ogni volta che qualcuno propone qualcosa per Napoli e la Campania”. “È vero che bisogna coltivare la cultura del dissenso – ha sottolineato Gianni Simioli de La Radiazza – ma dire sì di fronte a una banda di no e coltivare la cultura del dissenso”. Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa, fanno sapere gli organizzatori, ci sono lo scrittore Maurizio De Giovanni, Marino Niola, Claudio De Magistris, Umberto de Gregorio, Claudio Velardi, Pasquale Aumenta, Gino Sorbillo, Antonio e Arturo Sergio e Massimiliano Rosati del Gambrinus.