L’ex assessore Riccardo Realfonzo registrò di nascosto un colloquio, che precedette il suo allontanamento dalla Giunta, con il sindaco di Napoli come ”appunto per la memoria”. E’ quanto sostiene in una dichiarazione lo stesso Realfonzo che replica al sindaco sulla vicenda emersa dagli atti di una inchiesta della procura della Repubblica di Napoli. “Per quanto attiene alla registrazione del mio ultimo colloquio con il sindaco de Magistris, avvenuto il 17 luglio 2012 in tarda serata è necessario ricordare – sottolinea – il contesto del tutto particolare, gravissimo, in cui mi ero trovato”.
A tale proposito ricorda che ”vi erano stati una serie di contrasti forti, particolarmente tra me e l’assessore Narducci, da un lato, e il sindaco e il vicesindaco, dall’altro. Questi contrasti avevano riguardato principalmente le assunzioni all’Asia, che io ritenevo illegittime, la transazione con la Romeo, che ho cercato in tutti i modi di evitare, e la delibera sulla ricognizione straordinaria del bilancio, finalizzata a fare emergere il gravissimo buco di bilancio del Comune, che io avevo fortemente voluto e portato alla approvazione, e che il secondo Piano di Palazzo San Giacomo aveva strenuamente osteggiato”. ”A seguito di queste tensioni – ha aggiunto – , si era creato una situazione in cui tutti coloro che sostenevano la battaglia per la legalità portata avanti soprattutto da Narducci e da me venivano fatti oggetto di una pressione insistente e intollerabile, con tanto di attacchi da parte loro sui giornali, in un clima minaccioso verso di noi ed alcuni dirigenti”.
“Per questa ragione, quando fui improvvisamente convocato a tarda serata decisi di registrare la conversazione come forma di appunto per la memoria, anche per tornare a rifletterci in condizioni di maggiore serenità. Allorché riferii ai magistrati della Procura tale circostanza, dietro loro precisa richiesta fui obbligato a consegnare la registrazione” “Fu in occasione di quell’ultima conversazione, che il sindaco mi propose di aprire una trattativa per uscire bonariamente dalla Giunta in cambio di un futuro politico. Una proposta che trovai vergognosa, oltre che ridicola. Le dimissioni di Narducci, il mio allontanamento dalla Giunta, l’espulsione del direttore generale, lo spostamento di una serie di bravi dirigenti che si erano spesi con lealtà per migliorare la qualità dell’azione amministrativa, nel pieno rispetto della legalità, stanno a dimostrare quanto quel clima fosse teso e intollerabile”. Secondo l’ex assessore, de Magistris ”ha dato dimostrazione di uno stile amministrativo incondivisibile, caratterizzato dal puro esercizio di potere, come ha dimostrato la disinvoltura nel ricercare sempre nuove e diverse alleanze politiche. Il che ha posto fine a ogni speranza di rinnovamento per la Città. Pertanto, il fallimento politico della esperienza de Magistris è ormai acclarato. Per quanto attiene alle numerose vicende giudiziarie che lo coinvolgono, sarà la magistratura a giudicare. Ad ogni buon conto, fortunatamente, i cittadini onesti rispondono alla magistratura e non certo a lui”.