Sciopero della fame a oltranza fino a quando non incontreranno Beppe Grillo: lo hanno deciso gli attivisti di Napoli del Movimento 5 Stelle che, “sospesi” dal Movimento con l’accusa di aver dato vita a un gruppo segreto “Napoli libera”, da alcuni giorni fanno lo sciopero della fame. A dar vita alla protesta sono una diecina di attivisti sui 36 complessivamente “sospesi” dal Movimento con l’accusa di voler “manipolare”, attraverso il gruppo “Napoli libera” l’esito delle assemblee per le candidature delle prossime elezioni comunali. Oggi scadono i termini per la presentazione da parte dei 36 “sospesi” delle loro controdeduzioni ma, nei fatti, si sentono già fuori dal Movimento perché – spiegano – storicamente nessuno è stato mai riammesso dopo una sospensione. L’idea che anima il gruppo dei “sospesi”, fra i quali tre avevano avanzato la proposta di candidarsi alla carica di sindaco a Napoli (gli altri intendevano candidarsi al Consiglio comunale) è di bypassare il meetup che – a loro parere – a Napoli ha preso il sopravvento rispetto al Movimento stesso e parlare direttamente con Grillo. “Il meetup Napoli non è più un posto dove poter esprimere liberamente la propria opinione – dice Salvatore Cinque, propostosi per il Consiglio comunale – se non allineato, sei fuori”. Soprattutto crea malumore “il silenzio assordante del Direttorio. Sanno tutto – aggiunge – e la loro ignavia è segno di immaturità politica del Direttorio”. La sospensione – conclude – era “solo un modo per far finta che ci sia democrazia. É una deriva autoritaria”.

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