NAPOLI – La Commissione Politiche Sociali e dell’Immigrazione, presieduta da Vincenzo Gallotto, si è riunita per discutere sulle problematiche della Napoli Sociale, alla presenza dell’Assessore al Bilancio Salvatore Palma, dell’Assessore alle Politiche Sociali Sergio D’Angelo, di rappresentanti sindacali e di una delegazione dei lavoratori della società.
In apertura, il Presidente Gallotto ha parlato della grave situazione economica in cui versa Napoli Sociale, accennando ai provvedimenti del Governo centrale che impone ai Comuni di aprire le proprie società al mercato entro giugno del 2013 o, in alternativa, di scioglierle entro la fine del 2013.
Da parte dei rappresentanti sindacali sono state poste soprattutto le questioni relative alla gestione della società in quanto, dopo gli ultimi interventi della Giunta tesi a sbloccare la questione degli stipendi – non erano stati pagati dal mese di luglio – è soprattutto l’organizzazione e il futuro della società che preoccupa. I sindacalisti e i rappresentanti dei lavoratori (Enrico Natale della UIL- TuCS UIL che ha parlato anche a nome della Filcams e dell’Orsa, Pietro Contemi della CISL FISASCAT, Roberto Ascione segretario generale della U.A.P, l’operatrice Annamaria Castellano) hanno posto l’accento sul comportamento dell’Amministratore Delegato, che a loro dire, attua comportamenti antisindacali, sull’improvvisa destinazione di operatori della scuola all’Assistenza domiciliare Integrata (per la quale non sono stati formati) e su altre gravi incongruenze nell’utilizzazione del personale. Sottolineata anche l’urgenza di incrementare le attività istituzionali dell’azienda partecipata per scongiurare una privatizzazione del Welfare che va in ogni caso evitata.
L’Assessore D’Angelo, ribadendo che l’Amministrazione non deve intervenire nelle relazioni sindacali ma piuttosto verificare il management, ha detto che i problemi di Napoli Sociale sono da ricondurre al momento delicato che stanno vivendo tutte le partecipate, a causa dell’eredità passata ma soprattutto in seguito ai tagli operati dal Governo centrale. La situazione di Napoli Sociale, in questo panorama, non è disperata, in quanto per essa esistono solo problemi di liquidità, non certo di solvibilità. Ha poi ribadito la ferrea intenzione dell’Amministrazione comunale di non dismettere la società né di aprirla alla partecipazione, anche parziale, dei privati. Sono allo studio, ha detto l’Assessore D’Angelo, le soluzioni che possano, in ogni caso trasformando la società (forse in una Istituzione), cosa ineludibile, garantire che non si perda neanche un posto di lavoro e che si possa accedere ad agevolazioni fiscali rispettando le norme nazionali. Sulla soluzione che l’Amministrazione proporrà, ci sarà in ogni caso il massimo confronto con le organizzazioni sindacali. Sulla destinazione degli operatori socio assistenziali all’assistenza domiciliare integrata, l’Assessore ha precisato che la scelta è scaturita dalla richiesta fatta dall’Amministrazione alla società, di occuparsi di una parte dell’assistenza domiciliare nell’ambito della riorganizzazione e essendo andata deserta la gara per quest’ultima (a causa anche della lunghezza dei tempi di pagamento da parte del Comune.
Anche l’Assessore Palma ha assicurato che l’Amministrazione sta lavorando in uno scenario complesso e con ristretti spazi di azione (dovuti alla crisi di liquidità) dovendo confrontarsi sia con i provvedimenti governativi che con le prescrizioni europee ma cercando comunque di risolvere i problemi in maniera strutturale uscendo dalla fase emergenziale che, comunque, segnerà ancora per alcuni mesi il percorso.
I consiglieri intervenuti hanno sottolineato tutti la delicatezza della situazione: la mancata vigilanza sulla gestione e l’attuale confusione nella società partecipata (Moretto); al di là degli errori commessi in passato la necessità di prefigurare per Napoli Sociale un futuro tenendo conto delle difficoltà create dai provvedimenti governativi (Moxedano); intervenire sui costi della politica e garantire come primo punto di ogni trasformazione la tutela dell’occupazione (Antonio Borriello); sostanziale continuità con la gestione precedente e assoluta necessità di uno Stato Sociale che sia pubblico al 100% (Nonno); necessità di garantire uguale trattamento ai lavoratori di tutte le partecipate mantenendo il governo pubblico del welfare ma anche valorizzando altre esperienze (Fucito); appello a rendersi protagonisti di azioni che vadano incontro alle esigenze dei cittadini e che assicurino un futuro certo ai lavoratori (Ciro Borriello); l’invito a mobilitarsi per una vertenza nazionale sulla grave situazione nella quale versa il Comune (Coccia); la verifica dell’esistenza e attendibilità di un piano industriale della società per far fronte ai controlli della corte dei Conti e ai provvedimenti del Governo.