Dai calciatori del Napoli in visita al carcere minorile di Nisida “è arrivato un messaggio importante ai ragazzi: si può avere successo ma non bisogna dimenticarsi di chi si trova in una situazione di difficoltà come i giovani di Nisida e bisogna spingerli a utilizzare questo tempo come occasione di riscatto”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che questa mattina ha visitato il carcere minorile di Nisida, a Napoli, insieme ai tre calciatori del Napoli Dries Mertens, Marek Hamsik e Leonardo Pavoletti. “Va apprezzata – ha detto Orlando – la sensibilità della società sportiva e dei giocatori che venendo qui stamattina ci aiutano a mandare un messaggio all’esterno: il carcere non va dimenticato altrimenti produce solo effetti negativi, è invece importante creare ponti e rapporti tra la realtà penitenziarie e la società”. Un legame, ha spiegato Orlando che “qui a Nisida può essere fatto perché questa è una realtà di eccellenza nell’ambito del circuito minorile italiano che è a sua volta un’eccellenza”. “Siamo tra i paesi con la recidiva più alta tra i detenuti adulti ma a livello europeo abbiamo la recidiva più bassa tra i minori, perché il sistema minorile funziona”, ha sottolineato. A proposito del messaggio di rialzarsi dopo le sconfitte che è arrivato dai calciatori azzurri ai giovani detenuti, Orlando ha detto: “I ragazzi hanno bisogno di essere sostenuti ma anche di ricevere messaggi chiari perché chi ha sbagliato usi questo errore come momento di riflessione e ripartenza. Lo sport è una grande metafora: le sconfitte sono il momento in cui si ragiona e riflette. Credo che questa visita abbia lasciato un segno importante per ragazzi che non hanno visto molte cose belle in corso della loro vita e ne hanno fatte, invece, anche di molto brutte”.