NAPOLI – “La nuova residenza per studenti dovrà essere al più presto messa a disposizione degli utenti della Parthenope. Le pastoie della burocrazia non possono privare di un servizio così importante l’università e i suoi utenti”. Lo ha dichiarato Nicola Caputo Consigliere regionale e Presidente della Commissione Trasparenza nel corso dell’audizione sulle problematiche connesse all’apertura della nuovo alloggio Adisu destinato agli studenti della Parthenope.
Alla audizione hanno partecipato il presidente dell’Adisu Maurizio Zuccaio, i consiglieri regionali Ugo De Flavis (Udeur) che ha sollecitato l’audizione, Antonio Amato (Pd) e Gennaro Salvatore (CP) oltre a un rappresentante dell’Arpac.
“Al più presto deve partire il bando per l’assegnazione dei posti agli studenti beneficiari. La mancata riapertura della casa dello studente nella ex manifattura tabacchi rappresenta l’ennesimo episodio di sperpero di denaro pubblico e conseguente privazione di un servizio essenziale per gli studenti”.
“Con l’audizione di oggi devo osservare con soddisfazione che ancora una volta la Commissione Trasparenza riesce a far dialogare soggetti istituzionali diversi alla ricerca di una soluzione. Soggetti che purtroppo, nel tempo non avevano avuto altra possibilità di interlocuzione lasciando le questioni a incancrenirsi senza soluzione”.
“La Residenza studentesca, che si trova all’interno dell’ ex insediamento industriale della Manifattura di Tabacchi, in via Galileo Ferraris non ha ancora ottenuto le certificazioni di agibilità ambientale e sanitaria e questo impedisce di renderla fruibile per gli studenti”.
“Nonostante gli sforzi del nuovo consiglio di amministrazione Adisu non si è riusciti ancora ad avere, dopo anni dal completamento dei lavori, le autorizzazioni necessarie poiché l’area su cui insiste il manufatto è considerata area industriale”.
“Non possiamo permettere che vengano spesi 24 milioni di euro di soldi pubblici, e lasciare che anche questa opera (che dispone di circa 200 posti letto , mensa parcheggio e perfino una palestra) venga inutilizzata e abbandonata a se stessa. Senza considerare che, anche chiusa, la casa dello studente costa circa 10 mila euro al mese di gestione”.
“Abbiamo chiesto come Commissione Trasparenza e Commissione Bonifiche – conclude Caputo – all’Arpac di relazionare sui motivi che fino a questo momento hanno impedito alla struttura di ottenere le autorizzazioni e di essere aperta alla fruizione. Relazione che sarà sottoposta all’assessore per individuare soluzioni urgenti e risolutive”.