“Da qualche giorno avverto un senso di disorientamento nel leggere dichiarazioni di esponenti del mio partito che attraverso gli organi di stampa indicano percorsi virtuosi, per poi invertire repentinamente il senso di marcia e imboccare sentieri molto pericolosi e senza via d’uscita. Chi ha scelto la via maestra della coerenza non può che restare confuso, soprattutto se i cambi repentini di rotta arrivano da chi è alla guida”. Il segretario regionale del Pd in Campania, Assunta Tartaglione, affida a una nota le sue riflessioni nel giorno in cui il reggente del partito, Matteo Orfini, ha invocato per Napoli una fase nuova che passi attraverso l’azzeramento. “Per dovere di chiarezza – precisa Tartaglione – ricordo di aver letto nelle ultime ore appelli al dialogo, a un clima più sereno e costruttivo, a quel senso di comunità che storicamente ha animato le Feste dell’Unità. Diventa quindi difficile comprendere attacchi violenti e personali nei confronti dei vertici territoriali del partito, ancor più se arrivano da chi, in questo momento, ha un ruolo di arbitro e di garante in una fase delicata come quella del congresso. Ed è gravissimo che un arbitro non conosca le regole del gioco e dimentichi, per esempio, che l’autonomia dei gruppi consiliari è un requisito fondamentale che non può essere travalicato da alcuna istanza di partito. Le stesse regole che fissano nella fase congressuale il momento in cui scegliere democraticamente la figura che dovrà guidare il partito. Contravvenire ai principi basilari che regolano la nostra vita democratica potrebbe apparire un gesto incomprensibile”. “Allo stesso modo – prosegue il segretario regionale – ho letto della necessità di tornare ad ascoltare i cittadini e i militanti. Tra questi ci sono coloro che, senza saperlo, si sono ritrovati candidati. Ci sono coloro che, disgustati dalle ultime vicende che hanno coinvolto il Pd a Napoli, ci chiedono con forza di restituire dignità al Partito democratico, anteponendo gli interessi della nostra comunità alle aspirazioni dei singoli, spendendo il nostro tempo per affrontare i problemi della gente, non sciupandolo tra beghe personali e interessi di bottega. I dirigenti di un partito – conclude Tartaglione – devono innanzitutto assumersi la responsabilità di rappresentare le centinaia di militanti che, senza fini personali, lavorano con entusiasmo sui territori tra tante difficoltà e che vanno rispettati. La mia priorità è difendere questi militanti. E’ giusto mettere in evidenza e intervenire sui singoli casi, ma senza mai dimenticare che il corpo del partito è sano