Il percorso del risanamento della sanità delle regioni sottoposte a piani di rientro procede, ma la strada è ancora tutta in salita. Il monitoraggio trimestrale del Governo mostra infatti alcuni progressi da parte di Sicilia, Puglia e Abruzzo, ma non mancano criticità e ritardi, soprattutto in Campania, Molise e Lazio. Ecco la situazione in dettaglio, secondo i rapporti pubblicati sul sito del ministero della Salute, dopo le riunioni di fine luglio.

– CAMPANIA: La regione, a consuntivo 2011, ha un disavanzo di 245,476 mln di euro. Dopo le coperture, pari a 309,732 mln di euro, il disavanzo è di 7,966 mln di euro. Evidenziato ritardo nel piano dei pagamenti e criticità nella Asl Napoli 1 per la mancata contabilizzazione degli accadimenti aziendali. Alla regione non è stato erogata alcuna somma residua.

Proprio nella giornata di oggi il governato Stefano Caldoro aveva partecipato ad un convegno sulla sanità.”C’é stata una sorta di federalismo impuro in cui ognuno ha provato ad accaparrare più risorse. Sono prevalse le lobbies che hanno fortemente penalizzato la Campania”. A dirlo è il presidente della Regione Campania, Stefano Cladoro, intervenuto a Napoli a un convegno sulla Sanità. Il governatore ha sottolineato anche che “in un periodo di forte crisi economica bisogna dare atenzione alle fasce più deboli della società, come è naturale che sia”. Sui problemi del settore, Caldoro ha sottolineato che incide pesantemente il blocco del turn over. “Ci sono carenze del 10-12% del personale – dice Caldoro – in totale circa 5000 unità in meno”.

“Per costruire la nuova Sanità c’é bisogno di un nuovo patto per la salute, altrimenti dobbiamo decidere di abbassare i livelli essenziali di assistenza”. “Il patto triennale – dice Caldoro – va ricostruito e condiviso con il Governo con la certezza delle risorse e con la sicurezza, nei prossimi anni, della copertura finanziaria. Altrimenti dobbiamo tutti guardarci in faccia e decidere di abbassare i livelli essenziali di assistenza. Il rischio è di andare incontro a una sanità garantita solo in base alla produttività e alla capacità fiscale. In più – aggiunge Caldoro – dobbiamo andare avanti sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. L’Ospedale del mare sarà una grande infrastruttura per la città metropolitana e in più dobbiamo fare in modo che il territorio sia un riferimento per il cittadino in particolare per le patologie che non richiedono l’ospedalizzazione”.

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