“Più che di nuovo Piano Sociale Regionale si dovrebbe parlare di un secondo Piano triennale bis, dal momento che la strategia e gli obiettivi per il 2016, 2017 e 2018 sono gli stessi delineati e perseguiti dalla giunta Caldoro. Per la serie, nulla di nuovo sotto il sole”. Così Ermanno Russo, vicepresidente del Consiglio regionale di Forza Italia e già assessore alle Politiche sociali della Regione Campania. “A fronte di annunci di grandi rivoluzioni nel sociale e di idee oltremodo innovative, il nuovo Piano sociale varato da De Luca, con il Presidente peraltro assente quel giorno in giunta, e approdato oggi in VI Commissione senza che l’assessore al ramo abbia avuto il garbo istituzionale di venirlo ad illustrare ai consiglieri, è la fotocopia di quello attuato dalla precedente amministrazione”, prosegue Russo. “Nel piano si dà atto alla Regione di aver esercitato nell’ultimo triennio ‘con efficacia il potere sostitutivo nominando commissari ad acta per la redazione e la presentazione dei Piani sociali di zona’. Un atto della giunta Caldoro. Si riprende il concetto, già somministrato agli Ambiti nelle linee guida delle ultime annualità del precedente Piano, dell’utilizzo dei voucher per i servizi, che nel nuovo Piano cambiano solo nome e ora sono definiti buoni servizio. Un’altra idea della giunta Caldoro. Sempre nel documento approvato oggi con l’astensione di Forza Italia e delle opposizioni, si evidenzia il lavoro svolto attraverso il SIS (Sistema informativo sociale) per la creazione ‘Cartella sociale’, un’invenzione della giunta Caldoro. Nel Piano si cita la Deliberazione di Giunta regionale 107/2014 con cui è stato approvato il “Catalogo dei servizi”, che regola i requisiti e gli standard sui territori e indica le figure necessarie per rendere uniforme l’offerta di servizi in tutta la Campania, un atto politico della giunta Caldoro. Infine, si cita la Deliberazione di Giunta regionale 50/2012 per la compartecipazione alla spesa sociosanitaria e si critica il reddito di cittadinanza utilizzando anche le stesse fonti scientifiche che motivarono il superamento di quella misura assistenzialistica e sterile da parte della giunta Caldoro”, rincara Russo. “A ciò si aggiunge – conclude Russo – la complementarietà delle risorse tra fondi ordinari, regionali ed europee, che fu il motore del Piano per la governance dei servizi alla persona varato con la mia personale supervisione dalla giunta Caldoro. Insomma, il copia e incolla continua”.

 

 

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