NAPOLI – “Il Governo ha attuato una politica centralistica presuntuosa e decisamente ai margini del dettato costituzionale, che rischia di avere un effetto dirompente per alcuni servizi primari che non potranno essere più garantiti al cittadino”. Così il presidente facente funzioni della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo all’indomani dell’assemblea straordinaria del’UPI, dove i presidenti delle province italiane hanno deciso di ricorrere al Tar contro i tagli previsti dalla spending review e di dare il via a decreti ingiuntivi nei confronti dello Stato per la restituzione dei crediti.
“E’ stato un vero atto di presunzione – ha continuato il presidente Pentangelo – pensare di attuare a colpi di decreti quella che in realtà è una vera e propria riforma costituzionale, fatta da un governo tecnico che vanta una maggioranza decisamente anomala. Il risultato è che oggi ci troviamo in un guado pericolosissimo, con decreti da convertire, scadenze improbabili e tagli dissennati, e con un quadro politico generale che non lascia intravedere nulla di buono. A rimetterci saranno i cittadini che rischiano di vedere compromessi servizi primari, quali la sicurezza nelle scuole, la manutenzione stradale e la gestione dei rifiuti, perché sulle Province regna il caos programmatico e non vi sono certezze, né per i finanziamenti, né per le competenze, né tantomeno per l’assetto organizzativo. Tutto ciò, bisogna dirlo a chiare lettere, è colpa del Governo che ha voluto attuare una politica dissennata che, dietro lo slogan ad effetto “Aboliamo le Province”, ha sviluppato solamente ciechi provvedimenti di natura finanziaria, senza preoccuparsi minimamente di una equilibrata ed efficace riorganizzazione della Pubblica Amministrazione”. “La Provincia di Napoli – ha proseguito Pentangelo – è stata la vittima eccellente di questa operazione di marketing. Basti pensare che dell’1,2 miliardi di tagli che dovrebbero essere imposti per il 2013 alle province italiane dalla legge di stabilità, il 10%circa (110 milioni) riguardano il nostro territorio, mentre dei 2,8 miliardi di crediti che le Province vantano dallo Stato, ben il 25%, ovvero 700 milioni, sono ascrivibili al nostro ente. Se non si porrà rimedio a tutto ciò, il mio ruolo si trasformerà da amministratore a notaio, dove sarò costretto a certificare il fallimento di un ente locale sano ed efficiente a cui il Governo ha letteralmente scippato risorse e finanziamenti. La conseguenza sarà che i cittadini dell’area metropolitana di Napoli nei fatti pagheranno tasse e tributi per servizi che non riceveranno, e tutto ciò – ha concluso il presidente della Provincia di Napoli – lo trovo immorale, ingiusto e pericoloso”.