“Il collegato alla Legge finanziaria regionale 2014, che l’Aula si appresta ad esaminare, è solo una scatola elettorale di fine legislatura, una legge omnibus dove la maggioranza di centrodestra ha infilato di tutto, compresi provvedimenti che nulla hanno a che vedere con la manovra di bilancio”. E’ quanto affermano il capogruppo regionale del Pd, Raffaele Topo, e il vice capogruppo Antonio Marciano che citano le norme previste nel testo in materia di ineleggibilità alla carica di consigliere regionale della Campania. Tra queste l’ineleggibilità per i sindaci di Comuni con popolazione superiore ai cinquemila abitanti. ”E’ l’unico caso in Italia – sottolineano – si approva un collegato a otto mesi dall’approvazione del bilancio e della finanziaria 2014. Il segno evidente del ‘tempismo’ alla rovescia della Giunta Caldoro”. ”Norme – proseguono – del tutto illegittime e contrastanti con la legislazione nazionale che prevede, per esempio, la sola incompatibilità con la carica di parlamentare. Queste disposizioni – annunciano i consiglieri del Pd – devono essere cancellate”. Il gruppo regionale del Pd, richiamando l’art. 60 dello Statuto della Regione, chiede ‘che vengano cancellate dal testo tutte quelle norme che non siano esclusivamente di natura finanziaria. Presenteremo direttamente in aula tutti gli emendamenti necessari a eliminare le disposizioni contrastanti con lo statuto regionale. Nel contempo abbiamo dichiarato che su questo provvedimento, approvato fuori dalla sessione di bilancio, non può essere utilizzato lo strumento della fiducia”. ”E’ da tempo – sottolineano Topo e Marciano – che norme approvate in finanziarie precedenti grazie all’iniziativa delle opposizioni, sono rimaste inattuate, dalla sanità ai trasporti, alle politiche sociali al riordino società partecipate, al ciclo integrato delle acque, alla riforma dei policlinici”. “La maggioranza – concludono Topo e Marciano – dunque, replica tardivamente uno schema già collaudato, tanta propaganda e tanto rumore per nulla. Alla fine sarebbero realmente operative le sole disposizioni in materia elettorale. Un modo obliquo per ottenere una evidente compressione della partecipazione alla prossima competizione elettorale”.