NAPOLI – «Finalmente sembra avviarsi il registro tumori regionale, sarebbe significativo che avesse sede all’interno di un bene sottratto alla criminalità organizzata» lo afferma Antonio Amato del Partito Democratico.
«Da presidente della Commissione regionale Beni Confiscati e Ecomafie avevo già discusso di questa possibilità con i vertici della Fondazione Pascale, riscontrando non solo un grande interesse ma addirittura la disponibilità all’investimento per l’adeguamento della eventuale struttura. Così» prosegue Amato «ormai mesi fa avevo creato un asse istituzionale col comune, e in un incontro, presente anche il Direttore Generale del Pascale Pedicini, sembrava essersi avviato un percorso per l’individuazione della struttura in città e l’avvio dell’iter di assegnazione. In merito avevamo anche dato dei suggerimenti concreti, ma poi, dopo quell’incontro, dal comune non si sono più avute notizie, probabilmente non rientrava negli specifici interessi del sindaco. A questo punto» afferma l’esponente democratico «potrebbe però essere la Regione stessa a farsi promotrice di questo intervento. La legge, infatti, prevede che anche alle Regioni possano essere assegnati beni confiscati, e si potrebbe concordare un percorso con l’Agenzia Nazionale e il Pascale per dare al registro tumori una sede ufficiale aperta ai cittadini e alle associazioni e dall’alto valore simbolico. Al di là di quanto può affermare un Ministro della Repubblica evidentemente male informato» conclude Amato «la relazione tra insorgenza tumorale e attività eco mafiose è ormai acclarata. Sarebbe importante che proprio in un bene sottratto alla camorra avesse allora sede il registro tumori»