NAPOLI– Folla per Matteo Renzi al teatro Sannazaro di Napoli. Oltre 500 i presenti e grande ressa con i simpatizzanti in cerca di autografi, operatori, fotografi e giornalisti. Il sindaco di Firenze è uscito a fatica dal teatro, stretto dalla folla. Pochissimi invece i volti noti della politica in sala e nessun parlamentare campano.
Tra le eccezioni Giovanna Martano, componente dell’Assemblea nazionale del Pd, e l’ex commissario cittadino Nicola Tremante. Poco prima dell’inizio sono giunti l’assessore alle Attività produttive del Comune di Napoli, Marco Esposito ed alcuni consiglieri circoscrizionali di “Napoli è tua” di de Magistris. Ad un giornalista che gli ha chiesto se il grosso dei parlamentari non sia “salito sul carro del vincitore” Renzi ha risposto: “In realtà non sono mai scesi. Ma noi – ha aggiunto – che abbiamo solo il 2 per cento dei parlamentari abbiamo avuto il 36 per cento tra gli elettori”.
Iintanto il comitato renziano della Campania esprime dubbie e peprlessità in vista del ballottagio. “Siamo preoccupati per la regolarità delle operazioni al secondo turno”. Alfredo Mazzei, responsabile per la Campania del comitato per Renzi, segnala che “non c’é stata ancora risposta” all’esposto presentato ieri contro la distruzione delle schede e degli altri atti relativi al primo turno, mandati al macero dopo lo spoglio. “Quelle schede – rileva Mazzei – avrebbero consentito di accertare chi effettivamente avesse diritto di votare al ballottaggio. A questo punto, chiediamo che possano votare domenica tutti quelli che si registreranno entro stasera”. “Le schede del ballottaggio dovranno essere custodite. Si doveva procedere diversamente, domenica scorsa – dice il responsabile del comitato per Renzi – visti i precedenti delle primarie a Napoli”. Il riferimento è alle consultazioni per la scelta del candidato sindaco, bloccate nel 2011 da ricorsi e polemiche che portarono all’azzeramento dei risultati. “In realtà la gestione delle primarie è stata sequestrata a Napoli da tre partiti: Pd, Sel e socialisti. Inutile dire che il rappresentante del Pd è bersaniano, noi siamo stati tenuti fuori dalla gestione delle procedure”, conclude Mazzei.