NAPOLI – L’assessore all’Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano ha effettuato questa mattina, insieme all’ammiraglio Antonio Basile, direttore marittimo della Campania, una ricognizione aerea su Atr 42 MP della Guardia Costiera per verificarne le potenzialità in campo ambientale.
Con loro il comandante del nucleo di polizia ambientale della Capitaneria Rosario Meo, il capo della Sezione operativa della stessa Autorità marittima Pasquale Palescandolo, e il professor Massimiliano Lega dell’Università Parthenope, collaboratore della Capitaneria per l’elaborazione delle analisi tecniche.
Nel corso del test è stato sorvolato, tra l’altro, il litorale Domitio con particolare riferimento alla foce del Volturno ed è emerso che l’inquinamento non è dovuto ad idrocarburi.
“Il velivolo – ha spiegato l’ammiraglio Basile – è dotato di una sofisticata strumentazione in grado di operare il telerilevamento e il controllo del territorio e di restituirne poi una attenta fotografia relativa alle fonti di inquinamento. E’ cioè in grado di attivare una mappa di alert ambientali di varia natura perché il Corpo delle Capitanerie lo ha allestito e dedicato alle finalità istituzionali di monitoraggio ambientale.”
Sulle torri esterne all’Atr sono installate apposite telecamere, tra cui quella multispettrale per l’individuazione di specifiche sostanze inquinanti, nonché un radar ‘Slar’ per il rilevamento dell’inquinamento marino. A bordo, i terminali restituiscono fotografia e dati acquisiti: quelli relativi all’inquinamento da idrocarburi sono immediatamente disponibili, gli altri invece andranno analizzati in laboratorio.
Campagne specifiche sono state già effettuate sui fiumi Calore, Volturno e Sarno: le anomalie rilevate sono state trasmesse alle competenti Procure. I dati, inoltre, vengono utilizzati dalla stessa Capitaneria nell’ambito delle proprie attività di Polizia ambientale e di carattere investigativo.
“La ricognizione – ha dichiarato l’assessore Giovanni Romano – è propedeutica alla stipula di una convenzione con la Guardia Costiera, che ringrazio per la disponibilità manifestata nel mettere a disposizione della nostra Regione la grande professionalità del suo personale. Lo scopo è quello di avvalersi di un formidabile strumento per il monitoraggio costante dell’intero territorio con particolare riferimento ai bacini idrografici del Volturno e dei Regi Lagni e alla cosiddetta Terra dei fuochi. Non solo: con l’aiuto della Università Partenope e del professor Lega, vogliamo altresì sfruttare le potenzialità dello strumento di controllo anche nella lotta contro i roghi abusivi di rifiuti, per rilevare discariche abusive nascoste e prevenire sversamenti pericolosi da parte delle organizzazioni criminali che operano nel campo delle ecomafie. Infatti gli strumenti di cui è dotato il velivolo della Guardia Costiera consentono anche di rilevare ed analizzare le modificazioni geomorfologiche del suolo con particolare attenzione alle discariche. Poter utilizzare un mezzo in grado di operare un così importante telerilevamento significa, per la Regione, poter avere uno strumento di controllo da mettere a disposizione di tutte le autorità competenti, a cominciare dai sindaci, per ricostruire e rafforzare la filiera delle responsabilità tra le varie Autorità che, per legge, devono intervenire sul territorio per prevenire e reprimere i reati ambientali che stanno avvelenando la nostra terra.
“Così facendo – ha concluso Romano – chi è istituzionalmente deputato ad intervenire sul territorio contro gli abusi e a tutela dell’ambiente potrà farlo rapidamente: le rilevazioni operate dalla Capitaneria costituiscono elementi di prova giudiziaria e vengono trasmesse, ove necessario, alle Procure competenti. Puntiamo in questo modo ad avere un territorio presidiato e controllato e a salvaguardare l’ambiente dai costanti abusi e atti criminosi come quelli dei roghi dei rifiuti e lo sversamento a mare di sostanze inquinanti. La Regione Campania, impegnata nella attuazione di Grandi progetti diretti proprio a migliorare sensibilmente la qualità delle acque marino-costiere non può permettere poi che continuino pratiche indecenti ai danni del mare e dell’ambiente. Una volta attuata la convenzione, le amministrazioni locali avranno la possibilità di conoscere per intervenire.”