NAPOLI – Tra gli obiettivi ci sono lo snellimento delle liste d’attesa, il calo della mobilità sanitaria e soprattutto un controllo più efficace che dovrebbe evitare facili tentazioni da parte dei medici. Arrivano le regole nuove per l’intramoenia. Presto, grazie a un decreto, verrà quindi risistemato il settore delle prestazioni che i medici ospedalieri offrono a pagamento al di fuori del normale orario di lavoro. Uno strumento che dovrebbe mettere ordine alla galassia di norme nazionali che, in vent’anni, sono state emanate con una media di più di una all’anno.
“La cosa più rilevante – spiega il senatore del Pdl, Raffaele Calabrò, intervenuto all’incontro sul tema di oggi organizzato dal Forum per un impegno sociale – è che l’azienda diventa parte attiva per la promozione dell’attività libero professionale del medico. Attraverso una convenzione continua a fare l’attività ed è l’azienda che raccoglie le prenotazioni, é l’azienda che controlla il numero di visite fatte ed è l’azienda che riceve i pagamenti. Non si perde quindi il senso dell’aziendalizzazione, ma allo stesso tempo si guadagna libertà per il medico e per il paziente”. Un sistema che, grazie ai controlli a monte e grazie, per esempio, alla tracciabilità dei pagamenti, dovrebbe fugare ogni tentazione da parte di medici meno corretti. Inoltre, il provvedimento dovrebbe avere una ricaduta positiva sull’intera organizzazione dei presidi ospedalieri. “Il provvedimento – spiga Calabrò – consentirà alle aziende sanitarie campane in tempi congrui di dotarsi degli spazi necessari, acquistando o affittando nuovi spazi, o convenzionandosi con altri soggetti pubblici. Inoltre si va verso un collegamento in ‘rete’, con una convenzione tra il medico e la sua azienda. Inoltre – aggiunge il senatore – non occorre attendere lo sblocco di fondi per la sua attuazione: la disciplina legislativa, infatti, prevede per ogni prestazione importi idonei a remunerare il compenso minimo del libero professionista, i compensi dell’equipe, del personale di supporto, nonchà i costi pro-quota per l’ammortamento e la manutenzione delle apparecchiature, in modo da assicurare la copertura dei costi sostenuti dalle aziende. Insomma – conclude Calabrò – siamo a un passo da una svolta che attendevamo da troppo tempo e che costituisce un importante traguardo per le professionalità sanitarie che potranno continuare a esercitare liberamente, per i pazienti che potranno esercitare la libera scelta e che beneficeranno della riduzione della liste d’attesa e per le casse regionali che vedranno una diminuzione della mobilità sanitaria”. E sull’argomento, lancia una proposta Rocco Granata, direttore generale del Cardarelli, ospedale in cui, proprio qualche mese fa, c’é stato il caso del primario di ortopedia, Paolo Iannelli, che, secondo l’accusa, dirottava verso la sua clinica privata pazienti che attendevano di essere operati. “Per un direttore generale – dice Granata – garantire a 800 sanitari in un ospedale l’attività intramoenia non è facile. Per questo mi sono fatto promotore di una proposta per una sorta di cedolare secca, anche per far venire fuori fenomeni di elusione ed evasione. Un modo per incentivare il personale medico a svolgere questa attività in modo chiaro, ma senza una tassazione vessatoria”. “Era necessario fare chiarezza – dice il presidente dei Circoli della salute, Gabriella Fabbrocini – i medici devono poter fare la libera professione nel rispetto delle regole e nell’interesse dei cittadini”.