Neanche il tempo di esultare per l’elezione a segretario regionale del Pd campano che per Assunta Tartaglione scoppia la prima grana. Finora non sono servite riunioni fiume protrattesi anche a notte fonda per trovare la quadratura del cerchio per la composizione della “sua” squadra. Sono ancora tanti i nodi sciogliere per completare il mosaico della nuova segreteria regionale. E con il passare del tempo e degli incontri sta diventando sempre più arduo trovare il bandolo della matassa. Al punto che si rischia di smarrire la strada del dialogo tra i dirigenti renziani al lavoro nell’affannosa ricerca di un’intesa.
Il rinvio di stamane della presentazione del team che affiancherà la deputata la dice lunga sulle difficoltà di assecondare tutte le richieste dei territori. Ma se una serie di ostacoli, diciamo così fisiologici, sono stati già superati, appare come una montagna quasi impossibile da scalare la presa di posizione di Vincenzo De Luca. Forte dell’ampio consenso raccolto attorno alla Tartaglione in provincia di Salerno, il sindaco ha alzato la posta. E ha avanzato proposte irricevibili. Indecenti, per qualcuno. Nel corso della riunione di ieri sera, terminata ben oltre le due, i rappresentanti di De Luca avrebbe chiesto, via telefono, tre postazioni di primissimo piano: il vicesegretario, il coordinatore della segreteria e il responsabile amministrativo. Tutti i posti chiave, insomma.
Ma di fronte al tentativo di fare asso piglia tutto, i dirigenti delle province di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento si sono alzati all’unisono e hanno sciolto la seduta. Anche quella di oggi è stata una giornata convulsa e all’insegna di incontri bilaterali, trilaterali e collegiali. Ma la fumata bianca non c’è stata. De Luca sembra irremovibile. Tutti gli altri non hanno alcuna intenzione di “regalare” il Pd Campano al sindaco salernitano. Risultato? Niente accordo. E stallo totale.
Mario De Michele