NAPOLI – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Maria Pagano del Coordinamento regionale di Sel sulla tares, la nuova tassa sui rifiuti. “Con gli emendamenti al disegno di legge sulla stabilità, presentati in Commissione bilancio al Senato ,si annunciano alcune modifiche all’art. 14 della legge 214/2011. Infatti ,come ogni anno ,l’approvazione dei bilanci di previsione sarà differita al 30/06/2013, questo nuovo termine trascinerà l’applicazione di regolamenti, aliquote, detrazioni e tariffe derivante dalla TARES.

Fino al 31 dicembre 2013 , la gestione del nuovo tributo e della tariffa puntuale può essere affidata ai soggetti che gestiscono lo smaltimento rifiuti , l’accertamento e la riscossione di Tarsu e Tia . Il versamento nella prima fase e fino al 30 giugno 2013 dovrà essere effettuata in acconto, commisurato a quanto versato nel 2012. Il conguaglio dovrà essere effettuato con la rata da pagare dopo la determinazione delle tariffe. Anche la maggiorazione va pagata nella misura standard, fissata in 0,30 euro al metro quadrato. Con l’ultima rata potrà essere operato il conguaglio, qualora il comune dovesse decidere di aumentarla fino a 0,40 euro/mq. Dal 2014, sarà possibile pagare in unica soluzione.. GLI AUMENTI DELLA TARES NON DIFFERISCONO L’imposta sui rifiuti e i “servizi indivisibili comunali” comporterà per i cittadini utenti un maggior esborso calcolabile tra i 30 e i 35 €. per famiglia che pagheranno in media intorno ai 430-465 €.. La nuova imposta porta con sé una maggiorazione per finanziare i “servizi indivisibili comunali”, come l’illuminazione pubblica o la manutenzione delle strade etc . il cui valore di base è fissato dalla legge in 30 centesimi al metro quadrato, che i Comuni possono però portare a 40 centesimi. Questi aumenti possono subire forti variazioni con la chiusura dei singoli bilanci comunali, con la verifica sui servizi indivisibili del comune nel comprendere quale sia l’impatto derivante dai mancati trasferimenti del fondo perequativo di oltre 1,3 miliardo che è la cifra complessiva derivante dal mancato finanziamento con rivalutazione. Quindi, solo dopo un attenta Valutazione bisogna capire se sarà necessario apportare ritocchi o altro per far quadrare i conti sui servizi indispensabili pubblici indivisibili i cui fondi sono tagliati. Inoltre per i comuni in cui è in vigore la TARSU, con l’entrata del nuovo tributo comunale sui rifiuti Tares, si deve applicare iI DPR n. 158/1999 per la quantificazione della tariffa. Tale incremento non è uguale per tutte le imprese perché, la tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in base agli usi e alle tipologie di attività svolte. Questo comporta secondo lo studio dell’Ufficio Studi Confcommercio un incremento medio per le imprese del terziario pari al 293%, mentre per i pub e i ristoranti potrebbero raggiungere punte del 480 % per negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 650%. Un forte rincaro non sostenibile per le imprese che già rischiano la chiusura in questo momento economico disastroso. Pertanto lo Stato ha dato ai comuni l’ingrato compito di riscuotere, per poi essere lo stesso a beneficiarne di circa 1,3 miliardi, sia per mancato trasferimento, sia perché eventuale maggiorazione dovrebbe essere inviata dai comuni alle casse statali. Ci domandiamo come mai i nostri Sindaci in un anno dall’approvazione della tares e precisamente il 22 dicembre 2011 solo oggi si accorgono di tale porcata e perché non si sono incavolati in nome del popolo inquinato e tartassato che rappresentano”.

 

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